Chi?

Monday, December 21, 2009

Ho detto decennio, hai sentito bene?



E’ un riflesso inarrestabile, tipo l’applauso all’atterraggio o la commozione per quando muore una celebrità ricca bastarda e senza le palpebre. Mancano due settimane alla fine dell’anno e la gente anziché bere tutto l’alcol che trova da qua al 31, no, preferisce gingillarsi di classifiche e inventari. I video dei bambini sbrodolini più scaricati su Studiaperto! Le disgrazie più catatrofiche del decennio per Unomattina! I calendari che han cartonato più mutande su Repubblica online! Che poi, anche uno cresciuto dai lupi nelle caverne siberiane lo sa che il decennio si riassume nell’Ipod, l’ebay, il facebook e tutto che col computer la gente non uscirà più di casa, lo tsunami, le cose ecologiche, il ritorno del cinema, il ritorno degli anni ottanta, il ritorno di Michael Jacskon a dove sarebbe sempre dovuto restare, le low-cost, yes-we-can, e dappertutto sushi e rumeni. Questo per l’inventario. Per le classifiche, fidarsi sempre del mio ottimo udito.





♫ Allora i Grandi Archivi li avevamo lasciati che fecero il botto con uno dei pezzi più trascinanti del decennio (bisogna digitare decennio ad ogni paragrafo senno’ google vi oscura), poi sono andati in letargo ed hanno inciso un album nel sonno. Gli è venuto pure piuttosto bene, anche se L’Argento inizia ricordando un famoso pezzo di Nilsson.
♫ Coi Bombadil siamo in pericoloso territorio indie-fuffa, con tromboni mandolini e glockenspiel, l’ultimo metro di banchisa vicino agli Arcade Fire prima di sprofondare nel liquame ghiacciato degli Animal Collective.
Piero Lapunta è un mistero canadese, tipo Alain Bashung che resuscita a X-factor.
♫ Agli Harlem Shakes non puoi resistere, devi spalancare la porta e cominciare a correre e cantare sanlait! sanlait! e rubare il cappello ai passanti e ridere e peccato che è già finita. Repeat.
♫ Anch’io voglio fare un disco per sembrare figo come Jason Edwards in copertina.
♫ Sarà che da giovinetto sono stato esposto agli arrangiamenti magniloquenti di Steve Lillywhite, e che in un grande paese i sogni restano con te, ecco io sono piuttosto sensibile al fascino degli inni, e ringrazio il Grande Rosa per avercene regalato uno a chiusura del decennio (ma guarda te come resto bene in tema).
♫ Attenzione, Kettering è un concentrato che va dritto al cuore, dischiude i pori, si irradia tutt’intorno. Da ascoltare con cautela, potrebbe farvi innamorare anche della bidella Silvana.


Sunday, December 06, 2009

Rapidshare spiegato ai semplici







This year so far - II



Amici che da quando hanno chiuso il Festivalbar ascoltate solo la suoneria della rana pazza, niente panico, c’è chi si diverte per voi e vi aggiorna su cosa succede nelle orecchie delle persone civili.

♫ Noi ai Flunk gli si è ancora grati da anni per la magnificente cover di Blue Monday, che per me potevano anche chiuder lí e godersi una meritata pensione a fare il bagno nei fiordi. Invece riemergono con regolarità, e stavolta Anja sfringuella con tale brio voluttuoso che non si capisce se ha appena scoperto la nutella degli dei o se ha un nuovo moroso o le due cose insieme ed assunte contemporaneamente. Che se io fossi il suo moroso a sentirla cantare cosí mi sentirei piuttosto fiero.
Soffrendo, ovvero incrociando Grease all’underground newyorkese featuring padre Devendra dopo aver visto troppi porno.
♫ Canzone dell’anno! Le Ragazze! Venite a saltare sul mio materasso! Ora!
♫ I Raveonettes fanno colare pop da inebriarsene e sbracciare per la gioia, tra i Primitives dell’88 e il paradiso delle big babol. Album dell’anno.
♫ Il Reverendo combina Charlatans e Kula Shaker, fuori tempo massimo. E che importa, già che mi regala lo stesso fremito di quando esploravo il britpop nei miei quindicianni.
Annie, stai buona. Lo sai che ti amo. I polsi stringono? Ma te li ho già allentati. Ancora un po’ d’acqua? Ti piace questa maglietta? Non sento, mugola più forte. Vuoi che ti tolga lo scotch. Canta per me Annie, ancora. Ancora.
Alphabeat: sí avete sentito bene, sono gli stessi di 10.000 nights of thunder, il pezzo pop del decennio. Solo che han passato troppo tempo nelle saune con la filodiffusione ed ora si credono Kate Ryan o Holly Valance, a seconda del sesso.
♫ I Pettegolezzo si sentono pure in metropolitana. Oh che grossa oh che trasgressiva oh che brava, è il sillogismo che porterà il loro disco sotto l’albero al posto del concerto di Natale di Céline Dion. Finché non apriranno la cerniera sulla schiena di Beth Ditto e ne usciranno le Tatù.
Un Posto per Seppellire Estranei: c’era la cospirazione di tutti i Pitchfork del web ad annunciare quanto so’ffichi gli XX che poi quando l’album è uscito non era altro che un’onesta riedizione degli Young Marble Giants. Se fake new wave dev’essere, allora mi porto dietro questi fanatici di Andrew Aldritch che almeno andiamo a ballare e li guardo spaccarsi i bicchieri in testa.


Diciotto piccole bionde


(vocette stridule dei Chipmunks) Ehi anche tu appena arrivata? – Ma fa caldo qui – Che è tutta 'sta gommapiuma, pare il privé del Pacha – Ragazze non spingete che già stiamo in quindici – Guarda che prima là fuori io stavo ballando – Tiratela meno che invece con me ci stavano provando – E com’è finita? – Che ne so, ora ce n’è un’altra a far la sgualdrina là sopra – (scroscio dall’alto) – Ah eccola che arriva – Splash! – Ciao ragazze che bello ritrovarvi ma sapete che ridere là fuori, ne ho vista una sul pavimento – Te ridi poco che tra poco ci ributta fuor– Splash! – Ciao ragazze uh ma che stretto qua (Belguglielmo ingolla l’ultima birra e barcolla verso casa).


Thursday, December 03, 2009

Got Shanghaied

1.
Titoli di testa, Mama told me not to come, scene in sequenza: Belguglielmo sale in treno, Belgugliemo sulle scale mobili (che poi è un classico dei titoli di testa), in coda al metal detector (suona) (sempre) (anche se nudo), piazza il bagaglio nella cappelliera, sbava placido sulla spalla del vicino. Camera fissa su Belguglielmo che fuma agli arrivi dell’aeroporto di Shanghai con sguardo all’orizzonte a rivelare pensieri di tragica profondità, per esempio “mutande di lana”. Fade-out della canzone mentre Belguglielmo si rade e MTV China passa Tom Jones, ma siccome si rade solo di sabato qui parte il flashback.

2.
La Cina, che fascino che mistero. Ah no, quella era l’India. Allora non sto a spiegare a voi graffettatori dei calendari del catasto per quale motivo l’ufficio mi sponsorizzi una trasferta dall’altra parte del mondo con il solo compito di non addormentarmi durante le presentazioni. Sappiate solo che, alla faccia dei cuccioli di foca che muoiono di colera, Belguglielmo si è parcheggiato in un hotel a dodici stelle con tappeto di muschio profumato, laghetto di ninfee in camera e sveglia con arpista vestita solo di edera. Mi sarei portato via anche la carta da parati se non avessi avuto un’esplosione al posto dello zaino. In realtà la camera è fornita di tutto ciò che serve a non gettare lo sguardo fuori dalla finestra e scoprire che se vuoi vedere il sole devi accendere la televisione. Sappiate, o amici della terra e nemici giurati dell’aria condizionata, che basta una boccata d’aria di Shanghai per mandare in malora tre generazioni della vostra raccolta differenziata. Dopo aver visto i Cinesi tirar su grattacieli di eternit andrò a letto con i rubinetti aperti senza alcun senso di colpa.
I cinesi ci mostrano torri, ultratorri, megaplastici borgesiani, musei in 3D, città svedesi, isole artificiali. Per mia fortuna c’è la Concessione Francese, con le casette coloniali, i giardini pettinati con la lacca e una popolazione transglobale che mescola giovani espatriati alla nuova classe media locale. Lí i giovani cinesi sono talmente glamour che andrebbero fatti sfilare con i loro giubbottini Vans sulla tomba di Renato Curcio (che sia vivo è un trascurabile dettaglio). Sprazzi di Parigi nella boutique di abiti da sposa con sottofondo di Edith Piaf, bancarelle di CD taroccati spargono Cesaria Evora lungo la strada, coppie di anziani si scatenano nel parco attorno ad un grammofono che gracchia swing di New Orleans.

3.
Shanghai sono io che cammino, Lloyd Cole mi ronza nella testa, come ogni volta che mi sento vulnerabile. Io perso con naso all’insú verso tetti e cupole che fendono l’aria sabbiosa, io che saltello tra un edificio vittoriano e una pagoda riverniciata, entro e esco dai negozietti di streetwear, le luci delle torri e gli odori del mercatino, lolex – no lolex thank you, più mi muovo più vibro. Tutto mi sollecita, il tempo non basta ad elaborare le immagini, a ricomporre gli scatti e i momenti condivisi con i compagni di missione, qualcuno più prossimo o talvolta sfuggente, probabilmente Shanghai non ha straniato solo me. Esplorate le stradine laterali ricolme di biciclette e panni stesi, mi travolge il fiume umano della rutilante Huaihai road. Campo lunghissimo, panoramica verticale su Belguglielmo perso nel flusso. Poi mi assesto, recupero il ritmo e finalmente incedo, io sono bellissimo, non ho nulla da temere, la gioia mi esplode nel petto e trabocca generosa, ne avro’ scorte per il ritorno, per raccontarla agli amici, per respirare più forte, per fare meglio l’amore.

4.
Ma dimmi la cerimonia del thé, i templi confuciani, le gare di aquiloni? Può darsi, io però in Cina ho fatto shopping e discoteche.

* Intervallo zen *
Il pescatore promette al guardiano della roccia un banchetto sontuoso e giorno dopo giorno prepara le pietanze con devozione. Giunta l’ora stabilita, il guardiano annuncia “a me il pesce non garba e me ne vado al fast-food”. Piovono rane dal cielo. Era buono il gulash?
(gong)

Sono seduto alla vetrina di un ristorante a caso di Donghu road. Novemila kilometri da casa. Diciotto milioni di abitanti. Non so se mi spiego. Perché io ancora non me lo spiego. Mentre addento una coscia di rana, fuori dalla vetrina l’amica Rollover mi guarda come si guarda un elefante rosa. Esultiamo, corriamo, ci abbracciamo, ci chiediamo come sia possibile, conveniamo che tutto ciò non è possibile. L’amica Rollover è in visita dall’amico Bleach, che Shanghai la padroneggia da ormai cinque anni e ce ne svela gli anfratti notturni. Il People Seven, ristorante Manhattiano dove si entra componendo un codice, ci si aggira nel buio, si spingono finte porte, si beve in bicchieri senza piede. Il Not Me, dove la Cina undeground si esercita goffamente alla coolitudine ballando sui Gossip, Rapture, Cansei de Ser Sexy. Infine il M1nt, la roccaforte dei fashion expats, al trentesimo piano di un grattacielo con vista sul Bund, acquario di squali, tante camicie griffate quanti neolaureati di Harvard. Mentre le glamourussians sorseggiano cocktails fosforescenti, la Rollover ed io consumiamo la pista, il nostro modo di marcare uno scampolo di territorio dall’altra parte del globo. Acquistata fiducia, e almeno una dozzina di tsingtao, vengo preso come al solito dall’irrefrenabile esigenza di molestare il dj per elemosinare un Blue Monday. A dispetto di ogni previsione, e tempo due minuti due, Blue Monday tracima dalle casse, seguito da Enjoy the silence. Shanghai è nelle mie mani.

5.
My own private Chinese soundtrack. (link alternativo)

Thursday, November 12, 2009

La miniera di Re Solomune




Al Roskam fumare non è una possibilità, è un dovere attivo e i vapori jazzati di cui t’avvolge sono il trampolino ideale per consumare notte portafoglio e polmoni come non ci fosse domani. L’indomani ovviamente c’è, ed ha il sapore di aspirina al catrame. Lasciato l’artista maledetto a spargere birra e tormenti sul bancone, e l’Italianelmondo a riversare amore dai canali genitali, porto GnummarHeidi al Circolo della Gatta Lesbica che anche i timpani vogliono il loro consumo.

Solomun è un cristone con accenno di morbida pancetta e commovente dedizione alla console. M’aspettavo deep techno a profusione, invece sulla pista piovono grassi beat di French touch con ondate di house da Ibiza, pure s’affaccia un remix furbetto dell’Impero del Sole. Il pubblico vien giù da una scrollata al Vice Magazine e qualche ritaglio di Cosmopolitan. Addosso alla gente che balla, frange paraboliche, sgommate di rasoio, camicie da strappo, canotte taglia feto, oppure proprio niente, che fa comunque la sua (porca) figura. La Gnumma impara che anche gli impasticcati fanno ciao ma senza il candore delle caprette svizzere. Il buon Solomun, arriviamo che già suona da due ore, ripartiamo che ancora traffica sui piatti. Quasi è un peccato ripartire con la prima metro, e infatti noi prendiamo la seconda, mica come qualche tempo fa alla Bodega con Dimitri from Paris che l’avrei rimesso io stesso sul treno per Paris con l’aiuto di tanti ma tanti calci dove gli fa più male (la cravatta, temo).

Insomma care amiche del punto croce convinte che i Justice siano l’avanguardia della musica da ballo perché c’è scritto su Marie-Claire, ecco qui per voi un assaggio di roba buona e nuova, (link alternativo), cosí anche voi potrete finalmente chiedere con nonchalance “scusa quale Donovan esattamente?”.




Dentro c’è Crudo e selvaggio, che se eravate in astinenza da Stereo Mc’s niente panico, qui è tutt’uguale, l’intro, il beat, pure la voce, poi c’è Kissy Sell Out che sorride su tutte le foto e suona e canta come la sorgente della gioia che secondo me i suoi amici quando c’è lui si divertono un fracco, e infine Mattia l’Acquaro in una saggia via di mezzo tra la sua vocazione miniminimal e le tentazioni etnocafone del Luciano.

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http://www.fileguru.com/images/b/free_3d_abstract_screensave_desktop_screen_savers-67397.jpeg

Tuesday, November 10, 2009

Blasphemous news



Allora Gianluigi, è emergenza crocifisso? Più che emergenza Cesara, non c’è più religione (immagini, Milla Jovovich sul rogo), vedete qui dietro staccano i crocifissi alla povera gente che colla crisi è tutto quel che hanno (immagini, Anna Magnani grida inseguendo una camionetta). Ma lei che è missionario ci dica, “il crocifissoh è messaggioh di ammòreh”, spiega padre Budiño con la bocca a cuore e un chierichetto sotto la tonaca. Allora Gianluigi, e il governo? Reazioni compatte Cesara, ieri Belusconi ha creato un milione di cattolici, mentre il Santo Padre ha promulgato le encicliche Piertotum Locomotor, Repello Babbanum e Wingardium Leviosa. Ma quale simbolo religioso!, inveisce La Russa sniffando un presepio, non vedete che è come la cravatta, l’ombrello, sentite il mio ha la suoneria della rana pazza (immagini, la nonna Ace in poltrona cambia canale con il crocifisso).
Tuttmpfh devonmphchomp rispettarmphrrch le nostrrmgh usanzmhuomph, biascica Magdi Allam con uno zampone in gola mentre la Santanché dà fuoco alle donne col velo. Ghe sun tropi négar, dichiara Calderoli, sun dapartüt e al moran mia, dice gettando bustine di veleno per strada. Ecco vedete, questo è un laico (immagini, la Bonino con gli occhi girati), ma niente paura il vaccino sarà disponibile a tutti appena finiamo con le punturine al coro dell’Antoniano. Grazie Gianluigi, che bel sollievo, ma non cambiate canale che tra poco Giorgio Mastrota farà apparire la madonna sulle padelle antiaderenti.

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Monday, November 02, 2009

Si faccia entrare la Zurconia



Cari amici meno fortunati che vi occupate di stenografare codici a barre, sappiate che Bruxelles vizia gli eurosfaccendati con un sacco di opportunità per restare aggiornati. Le tendenze autunno-inverno 2009 prevedono l’accordo sulla la riduzione dell’effetto bagnato ed il lancio del Trattato di Lisbona, aderente per lui scollato per lei, ma io ho optato per il convegno sull’avvenire della Zurconia, per via delle poltrone più comode e per non perdermi l’eccezionale esibizione di baffi.

Del dibattito ho recepito innanzitutto la folta rappresentanza di neostagiste italiane con il 110 e lode stampato in faccia, appena sotto la montatura di Prada. Giada Ambra e Mariaperla prendono appunti con la solerzia con cui fino all’anno scorso componevano cornicette col timbrino di Poochie. Grazie alle vacanze studio e al Sony Vaio formato Luis Vuitton, hanno salvato il pianeta con la tesi di laurea e ora sono pronte a farlo sapere ad un direttore generale tramite l'orifizio di sua preferenza.

Come in tutte le conferenze su un daqualchepàrtistan, c’è il quartodora obbligato in cui un sottocancelliere, un ciambellano o l’eunuco di corte ci spiegano oh quanto il patrimonio daqualchepartistano sia parte integrante del nostro patrimonio culturale, tipo che nel Medioevo Semideponente la Zurconia ha salvato la scienza occidentale tutta, compresa la scrittura la ruota e l’acqua calda e che durante il conflitto Prussio-galattico la Zurconia ha soccorso la nostra nazionale cantanti paracadutandoci le migliori odalische. E fin qui la platea accondiscende con benevolenza, in rispetto al biglietto Ryanair dell’oratore e perché in fondo uno yogurth zurcone lo si è assaggiato almeno una volta nella vita.
Poi però arriva la fatidica frase. “Blablabli blablabla perché la Zurconia è in una situazione geostrategic – AAARGH! – tra il canale delle Nespole e la via della Mirr – OOORGH! – proprio al centro del commercio di datteri tappacul - BASTA! Finiamola. Una volta per tutte. Il sussidiario mentiva. A parte mia nonna con le piaghe da decubito, TUTTO il resto è, in qualche modo o in qualche altro, in situazione 'geostrategica' rispetto al vento che tira.

Sull'insieme aleggia la questione latente del nazionalissimismo – zurcocentrismo – qualunquecosismo – antiqualcosaltrismo. Insomma si parte in dolcezza, e noi vi comprendiamo, e voi ci comprendete, ed è un bel dialogo e che bel confronto, ma quando le domande del pubblico iniziano a grandinare, al diplomatico si accelera rapidamente la salivazione, le tempie gli pulsano a quattro quarti e se all’inizio dell’intervento si era tutti fratelli d’Europa, alla fine l’Impero Sottomano aveva già occupato la Kamchatka passando per il mio tinello.

Io comunque dico, per una volta che da quella parte c’è un paese che ci crede veramente, quanti cavolo di Airbus gli dobbiamo ancora vendere prima di farli aderire sul serio?


Nella foto, i benefici dell’adesione della Zurconia

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Wednesday, October 28, 2009

Amicizie troppo coltivate



Un amico ha inciso un disco
Ehilà Belgu, salta in macchina che ti faccio sentire qua (uh brutale) sai abbiamo trovato un produttore (aah, parliamo di musica) vabbé ha scelto lui il nome al gruppo (i Negro Assoluto) e la foto di copertina (dimmi che tua mamma non l’ha vista) senti un po’ l’attacco (mmmh i Van Halen?) (cover band dei Van Halen?) (Ken il Guerriero?) è un po’ Marillion un po’ sperimentale, ora senti la strofa (sentiamo la strofa) l’ho scritta io, cosa ti ricorda (la fame nel mondo) (il problema delle carie) (da due giorni non vado di corpo) sapevo che riconoscevi la citazione del Foscolo, ora beccati gli acuti della cantante (questa è pagata ad ottave) dai vieni al concerto venerdí (ho una cena) vieni dopo cena (dopo cena ho un’altra cena) allora passa sabato (vado alla veglia pasquale) ma siamo ad ottobre (seguo il rito Trufonita) vabbé ti lascio il ciddí (ho le tasche piccole) a presto allora (salutami l’Ariston).

Nella foto, il pubblico dei Negro Assoluto in coda per il concerto

Un amico fa il giornalista
Lavora per il semestrale “Miliardaire - per il ricco che se la tira” distribuito nei golf club, le sale d’aspetto di chirurgia plastica e i gabinetti dell’aeroporto di Dubai. In questo numero, “Merende a corte”, ha utilizzato tutto lo Zingarelli per l’intervista alla marchesa Odda Brendolini di Broda, la più alta esponente del morbo di parkinson, per chiederle come immerge il limone nel thé senza sgocciolare ai bordi.
Il papà del mio amico spera ancora diventi un buon idraulico.

Nella foto, la marchesa Odda da giovane


Un amico ha scritto un libro
S’intitola “La Dama delle gardenie” ed è consigliato a chi vuole fare pratica col trapassato remoto. Personaggi universali, ambientazione nobiliare, ottima scelta di broccati e mantovane.
Nelle trecentonovanta pagine, e senza l’uso della esse, l’autore narra la storia di Dagobert auf der Puben, eccellente mezzosoprano maschio pieno di interessi dello spirito. Siccome il mondo è ingrato, conduce una vita solitaria e le sue esperienze erotiche risalgono alle ripetizioni di solfeggio con Florianus, il gemello albino.
Un bel dí Dagobert riceve una gardenia da una misteriosa ammiratrice, e cosí puntualmente ogni domenica mattina. Ma Dagobert, ahinoi, è in realtà segretamente innamorato di sua madre e si confida con il ritratto a olio di nonna Burzovia. Il gemello albino, nascosto dietro la tenda per misteriose ragioni che tra l’altro fanno diventare ciechi, ode la terribile confidenza. Accecato dalla gelosia tenta di sopprimere il fratello con l’ipnosi durante la consueta lezione di burgundo ma siccome l’ipnosi è una boiata Dagobert ha la meglio e lo rinchiude nel clavicembalo. Finalmente la misteriosa dama si rivela essere la madre stessa ed il sogno d’amore verrà coronato. Nel prossimo volume, Dagobert metterà al mondo una corale barocca che scalerà tutte le classifiche.
Il romanzo è candidato unico al Premio Grinzane nella sezione “Maggiordomo Mauriziano”.
Il mio amico ha dichiarato «Fono ficuro che farà un fucceffo».

Nella foto, il primo manoscritto dell’opera.


Un amico ha aperto un blog
No dai scherzavo.


pics from
http://www.luv-emo.com/emo-hair-cuts/long-emo-girl-hair-cut.jpg
http://amadaesamadaes.typepad.com/.a/6a0111686322e9970c0112790e32f828a4-800wi
http://www.sammyterrynightmares.com/pics.html

Wednesday, October 21, 2009

Rue Haute Trahison






D’ogni tanto qualche pecorella lascia il pascolo brussellese per un naufragio parigino. Pare che vabbé, tipo un Milano-Bologna, distanza sostenibile. ER-RO-RE! (va letto con l’erre uvulare) (ho poca padronanza dei frenuli).
Perché un Thalys solo andata non è affatto neutra locomozione, è apostasia consapevole. Bruxelles e Parigi sono nemetiche al punto che se piazzassimo tutti i parigini a Bruxelles e tutti i brussellesi a Parigi, improvvisamente al loro posto apparirebbero due crateri fumanti. Parigi fa del sussiego un’arte, e sia chiaro, la mia è tutta invidia che a París non ci ho mai vissuto. Ma ci ho bazzicato, chessó il 14 Juillet quando la nazione concentra lí e lí dispiega il fasto imperiale pirotecnico a gloria della République mentre JeSuisCatherine Deveneuve taglia nastri di raso tricolore. I belgi invece, che il re ce l’hanno per davvero, anche se di raccatto, una settimana più tardi fanno sfilare un po’ di motociclisti, friggono due patatine e piazzano un dj fracassone in qualche sito storico dove gli sballati si accoppiano con le gargolle facendo il dito medio alle convezioni dell’Unesco.

Ricordi parisiens

Mamma, se ti dico ‘Amazon’? ...? Perfetto, allora vado a Parigi a far la tesi. Far la tesi, lo sanno tutti, vuol dire mandare su e giù il montacarichi della bibliothèque Saint Geneviève e squattare il loft dell’amica vegana. Vuol dire anche ingolfarle il lavandino causa imprevisto ehm notturno. Lei, fata subdola, mobilita le sirene della suggestione e cosí mi risveglio al suono trombettoso di Ce matin-là mentre il sole ravviva il parquet. Effetto nouvelle vague.

Oppure pronto Gaudionza, allora mi ospiti al Marais, stasera euforia, portami in festa, ma senti c’è sto Johann, boh non ricordo, però ha gli occhi blu e dice chiamatemi. Noi chiamiamolo e incontriamolo.
Johann fa qualcosa con le tele e la vernice che non chiamerei pittura e da tre giorni si nutre solo di anfetamine. Balbetta vi porto a Belleville, io penso figata! fa tanto Pennac, la Gaudionza invece deglutisce, che vuol dire mi priveranno degli organi interni per farne kebab.
Allora si va per Belleville che fa tanto Pennac in una taverna dove tutti suonano i bonghi, poi in una casa occupata a sentire una fanfara macedone, per finire all’alba in una sala da thé con quartetto d’archi dove manipoli di punkabbestia ballano il valzer. La Gaudionza non mi ha più chiamato. Io son caduto dentro una canzone di Sheller.

La morale

La morale è che tra te e Parigi vincerà sempre Parigi, allora è meglio fare le valige prima di ritrovarsi a leggere les Inrocks e ascoltare i dischi di Charlotte Gainsbourg senza vergognarsene. Bruxelles, invece, siamo noi.



Thursday, October 15, 2009

Integralismo metropolitano


Alla faccia di quelli che si stava meglio quando ci mettevamo i fiori nel naso, negli ultimi mesi la musica elettronica ha dimostrato ancora una volta di essere l’orizzonte sonoro più pregno di creatività e rinnovamento, e mi scuso per il pregno. Seguendo pedissequamente le raccomandazioni di Trax, Tsugi e Technikart, un po’ come nel primo banco la Bertalotti assentiva al professore di squacquerologia, la mia cultura a scadenza immediata si è arricchita di qualche dozzina di nuovi artisti da snocciolare per far bella figura al prossimo vernissage fiammingo, se solo riuscissi ad emozionarmi di fronte ad un collage di sacchetti del pane. Innanzitutto il ritorno di Vitalic, Turzi ma soprattutto i miei bieniamini boreali Gus Gus relookati a puntino dagli integerrimi della Kompakt. Black Meteoric Star svetta nel gruppo per la disinvoltura nelle referenze kraut, oltre che per un suono putrido. Non è che sembri uscire da una musicassetta incisa male, è proprio registrato su una musicassetta incisa male. Del nuovo Fuck Buttons segnalo poi questi nove minuti d’asma, nel caso qualcuno apprezzi nove minuti d’asma. Sono ridondante? Sono ridondante. I baschi Delorean invece distillano un meraviglioso sound metropolitano un po’ disco decadente un po’ no-wave riaggiornata. Sono usciti un paio d’anni fa ma io li ho scovati solo ora, d’altronde l’universo è una mia percezione, e voi pure.

Dai metti l'orecchio qui

(link alternativo)





Saturday, October 10, 2009

Impermeabile color crema


Le donne dalla voce tremula hanno la desolazione dipinta sul volto. Non che ne vogliano trasmettere, è che gli anni di apprensione e malessere incidono su di loro una maschera affranta che ai miei occhi preannuncia la tracimazione di un pianto ma che nella loro cosmesi espressiva è in realtà neutra, come Ruth Fisher in Six Feet Under. Cosí è Marianna, che una volta l’anno raggiunge Bruxelles e invoca un incontro.
Marianna ha la nostra età e sulla carta lo stesso percorso. Il fatto è che null’altro della sua vita riempie gli spazi tra le righe del suo curriculum. Marianna è un’enciclopedia di inibizioni, irradia la sessualità di una scopa di saggina e possiede il senso dell’umorismo di chi ha sbattuto la testa contro la cattedra il primo giorno di scuola.
Indipendentemente dalla mia volontà, la categorie delle Marianne ha la capacità di risvegliare il programma Telefono Amico ed eccomi pronto a dispensare loro surrogati di lieto vivere. Dev’essere per quel catino di prinicipi calvinisti in cui la famiglia mi ha cresciuto: il senso di colpa giudeo-cristiano è una piramide rovesciata che poggia sulla testa di mia madre.
Cosí accetto l’invito a cena incurante del dispiego di segnali dissuasivi, piove che dio la manda, il raffreddore mi lacera la gola, gli automobilisti mi schizzano le pozzanghere sghignazzando, suona l’organo di Suspiria e il mago Otelma telefona per dirmi non andare.
Dalla sua bolla di trepidante attesa, Marianna invia un messaggino “ho un impermeabile color crema, cosí mi puoi riconoscere”. Cristo santo, sto guadando tre isolati per congratularmi di un impermeabile. Plin plon, annunciamo a Belguglielmo che il suo karma ha accumulato nuove miglia, plin plon.
Per lo meno questa volta non ha regalini da farmi scartare in pubblico, come quando tutta fiera sotto gli occhi commossi del cameriere estrasse dalla borsetta un pacchettino che avvolgeva una cornice. Dentro, una foto di noi due che sorridiamo. Qualcuno deve averle insegnato il photoshop, non ricordo affatto quello scatto, e poi io nelle foto non sorrido mai.
Mi spiega, sai per l’impermeabile, mia madre alla stazione non mi ha riconosciuto, allora ho pensato che potesse succedere anche a te, dev’essere per via della nuova pettinatura.
Marianna non capisce che sua madre, nei mesi tra una visita e l’altra, produce l’esistenza auspicata per sua figlia. La immagina sbarcare dal treno con un filo di trucco sul volto, sogna di rimproverarla per la gonna troppo corta. Sogna di un ragazzo sportivo al suo fianco, due figli vivaci. È pronta per oliare la loro tavola da surf. Sua madre, in stazione, aspetta un’altra Marianna.

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Wednesday, October 07, 2009

Spunti per rompere il ghiaccio con un deputato nazionalista della Sgargóvia


1. Piacere, sono Belguglielmo e vengo da un paese che sta sulle cartine geografiche.
2. La prossima volta che viene a Bruxelles porta giù qualche stecca di Marlboro?
3. Questo è un euro. Qui è molto diffuso, assieme alle vocali.
4. Lo vuole vedere il reggiseno di pizzo che porto sotto il completo?
5. Mi stavo chiedendo quando pensate di riprendervi la Svarvonia.
6. Scommetto che conosce tanti modi gustosi di cucinare le nutrie!
7. Mi faccia un po’ vedere se gli Sgargovi sono veramente biondi...
8. E’ uno scontrino o è il suo biglietto da visita?
9. Sí, solo in inglese. Le interpreti si sono barricate alla Comunità sant’Egidio.
10. Quella che chatta nuda su internet è un omonima o è proprio sua figlia?

Nella foto a fianco, il più importante monumento della Sgargóvia

pic from http://www.cornwallharpcentre.co.uk/images/turbine.jpg


Tuesday, October 06, 2009

Open days and Mondays (always get me down)



- Sono stato agli Open Days.
- Gli Open Days?
- Sa, quegli eventi tutti concentrati uno dopo l’altro magari pure in contemporanea con cui l’Europa una volta l’anno ricorda ai cittadini che esiste a prescindere dalla loro comprensione. Si aprono con una lettura di Ettore Andenna su “il problema della città è il traffico”, mentre fuori contadini da tutt'Europa investono i passanti col trattore. Poi il dibattito “perché se il PIL delle zone intraurbane è inferiore al numero di rotonde delle macroregioni, le quote latte lussemburghesi allargano il settimo programma quadro?”. La risposta è “fruttolo”. Poi per penetrare appieno le questioni sono andato al seminario competitività competitività competitività e devo dire che mi ha convinto, all’uscita ho estratto il guanto e schiaffeggiato Barroso. Poi quello crescita crescita crescita e funziona davvero, l’Europa fa crescere i capelli e le dita dei piedi e tutto il resto, pensi che dal vespasiano mi uscivano applausi. Poi il seminario coesione coesione coesione e alla fine ero cosí coeso che mi hanno staccato dal muro con la spatola.
- Sí ma mi dica perché ha bisogno di un grastroenterologo.
- Ho ingoiato la bandiera europea. Ha niente per evacuarla?


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Monday, October 05, 2009

CEPU ti mette le ali


Egregio Segretario Generale della Pace nel Mondo,

con la presente lettera intendo candidarmi per il posto di coordinatore per la Pace in Valtrebbia. Innanzitutto volevo informarla che alla biblioteca di Ottone mi son fatto imprestare il rapporto sullo Sviluppo girevole, la Convenzione sui bambini poveri ma buoni che muoiono di fame atroce e gli Obiettivi per un millennio radioso e senza aloni. Mi ha colpito soprattutto la parola “obiettivi”.
Mi lasci dire che sono la persona adatta per quella posizione data la mia conoscenza del posto e ho già preparato una strategia: lei mi manda dodici massimo tredici caschi blu e ci facciamo l’occupazione militare della Valdàveto che la crisi del Cassingheno è risolta. Per l’accampamento ho posto dalla Taverna Gianfranca a Cerignale, per le esigenze dei ragazzi il pastore Erminio mi può fare un prezzo (dopo la transumanza). Se i toni si fanno, ecco, un po’ caldi, il Nando vien giù con la muta di dobermann che usa per scacciare gli sporcaccioni dalla riva di Corte Brugnatella.
Vorrei vieppiù segnalarle che ho un certo beggraun internazionale e umanitario, ho già mangiato sushi due volte e a Natale ascolto le canzoni che chiedono i soldi in coro.
Volevo specificare che tanti aspetti mi attraggono a questo lavoro ma soprattutto quella svergola di stipendio, compresi gli accessori e l’immunità eterna.
In vista del colloquio, siccome sono stato informato dei suoi gusti sofisticati, faccio pratica con la Manola nel finesettimana, quando torna dai giardini della stazione.
La lettera di referenze è nel ciclostile in allegato, la firma di Don Bruno è sotto la macchia di gutturnio.

Distinti saluti,

Belguglielmo



Oggi vi insegno l'Albania


* La bandiera albanese è pop. Come l’Union Jack, la Marilyn di Warhol e l’acconciatura dei Raeliani. Sta bene dappertutto e io mi son preso la maglietta, la tazza e la calamita da frigo. Per i portaceneri a forma di bunker chiedere all’amico Silvano, prezzi interessanti, pacchetto regalo.
* A Durazzo la spiaggia è sfruttata in tutte le sue potenzialità. C’è un calcinculo pericolante, postazioni di fucili ad aria compressa per sparare al volto di Milosevic, automobili che circolano tra i bambini che giocano a pallone, venditori di pannocchie tostate. Tra una sigaretta e l’altra si intravede un po’ di sabbia.
* Gli albanesi sono un popolo avanti e fanno del riciclaggio una filosofia. L’autobus 97 dell’ATAC ora collega i quartieri di Tirana, le sdraio dei bagni Marinella stanno sulla spiaggia di Durazzo e se a Cervia il cartello “supermerato da Giancarlo” è venuto via a poco prezzo, a Durazzo il supermercato si chiamerà da Giancarlo, e questo, siamo d’accordo, è genio.
* Gli albanesi sono un popolo avantissimo e fanno del massimo rendimento un principio cardine. Perché rimuovere un barcone arenato quando attorno ci si puo’ piazzare un patio, un’autoscontro, un chiosco, un parcheggio, e questo è solo l’inizio.
* Gli albanesi sono il popolo più avanti di tutti. Sono entrati in Europa senza trattato, gli è bastato l’euro e il matrimonio.
* Attenzione, gli Albanesi non ballano dopo il pasto, bensí durante. Appena servita una portata, sette generazioni di invitati si gettano nello spazio tra i tavoli e noi ci ritroviamo a danzare il Pogonishte con una coscia di pollo in bocca. Che io li osservavo attentamente e mi dicevo sembra facile, alzavo le braccia mano nella mano coi vicini, un passo a destra, uno indietro, uno avanti, poi uno che non si capisce se è avanti e indietro allo stesso tempo, insomma levavo sempre il ginocchio sbagliato, nonostante avessi tempo di imparare perché una canzone albanese non dura meno di quindici minuti. La cena, ovviamente, cinque ore e mezza.
* Il patrimonio musicale albanese tange quello delle tradizioni vicinanti, turche, slave, greche. Si può passare da indigesti pezzi tipo liscio da balera emiliana a sorprendenti composizioni ipnotiche prossime alle doine rumene.
→ Ascolta qui: prima parte / seconda parte.
* Un po’ come mi successe in Grecia, per sopravvivere in Albania ho dovuto tirar fuori la mia parte terrona. Tra gli invitati estoni, norvegesi e fiamminghi lost in translation, il Biondo il Moro e il Belguglielmo han trattato, barattato, gesticolato e rincorso il personale albanese che ancora ha gli incubi del sottoscritto che gli mima i cubetti di ghiaccio. Se volete vi insegno a mimare un cubetto di ghiacchio. E’ più facile che mimare un uovo alla coque.
* Non è vero che il telefono cellulare interferisce col controllo del veivolo. Lo hanno testato sonoramente per noi durante l’atterraggio i due individui con pochi denti ma molte cicatrici che hanno volato proprio dietro ai nostri sedili grazie alle premure della polizia ungherese.
* Noi che volevamo viaggiare local, pagare in lek e bere la birra Tirana, ci siamo ritrovati a bere più Peroni in quei quattro giorni che nei nostri trent’anni precedenti. Perché, come dicono le pubblicità, (...) dsfulghtjlj qsoifjfliglj dfiujxmbk Italia elegantjia.
* A un popolo che riesce a trovare fiducia nelle opportunità, nella lingua e nei prodotti del tuo paese, quello in cui tu non speri da un bel pezzo, non si può che stringergli la mano.
* Grazie a B. che ci ha regalato un week-end indimenticabile, come non me ne aspettavo più.

Sunday, October 04, 2009

Comunicato stampa


Sotto la capace e sapida organizzazione di Belguglielmo International, si è appena conclusa la convention annuale delle Città Brutte d’Europa. Sindaci assessori borgomastri valvassini e valvasselli si sono incontrati in un parcheggio abusivo per dibattere sul tema “asfaltare di più, asfaltare ovunque”. Il vicesindaco di Urania e la governatrice di Pornovia hanno diretto i lavori in sella ad una betoniera turbo fire special mentre il primo consigliere dell’Uglyshire ha allietato i delegati delle Città Brutte con una presentazione di 926 slides sull’interpretazione delle crepe nei muri nel suo distretto includendo l’elenco telefonico di tutti i residenti.
Ospite d’onore l’esperto planetario di erezioni storte Dr. Phd Prof. Carlo Masi della Castro University che ha ipnotizzato la platea sfarfallando i pettorali.
(Nella foto qui accanto, gli assessori alle macerie di Scrotovicza spiegano come hanno risolto la crisi versando le intere casse comunali ad una vedova nigeriana che manda loro e-mail molto convincenti.)
A tutti i partecipanti è stato distribuito il calendario delle testimonial Miss Viadotto Miss Gran Diga e Miss Pompa di Calore.
Unico inconveniente, non si è riusciti a dar via lo stagista nonostante fosse a prezzo scontato e intonacato di fresco.

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Wednesday, September 23, 2009

Il cuore del sabato sera


Belguglielmo: ohi ragazzi, cavalco il bioritmo di un ghepardo al risveglio, sento che truciolerò la pista, guardate ho i capezzoli rotanti e l’alito stellare, il mondo è volontà e rappresentazione e c’è una luce che non si spegne mai / potenziale dieci
Il Biondo: davvero anch’io l’ho compreso, siamo noi il popolo che brilla e stasera übergiovani soffiamo la vita, beccati il calcio dell’adolescente / potenziale otto
Il Moro: beh sí perché no in fondo quasi quasi mah dipende un po’ dalla disposizione dei sottobicchieri, son contento solo quando piove / potenziale sei meno meno
Il Bonzo: insomma bisogna considerare, urano è in capricorno e c’è un’eclissi sopra i templi di Angkor Wat, se solo potessi fare un patto con Dio / potenziale dubbio
La corale cattolica: pissi pissi pissi, umbrella ella ella, pissi pissi pissi / potenziale statico

Belguglielmo: allora si potrebbe osare andare alla Bodega, c’è una serata nuova con line-up astrale di dj electro construttivisti, si balla di traverso fino all’alba, dall’orgasmo fonico ci separa solo un taxi, allora dai, ho una mano in tasca e con l’altra faccio segno al taxi
Il Biondo: maaa troppo sbattimento, sarà a più di sette minuti in macchina, perché a me dopo sette minuti in macchina mi vengono i rigurgiti, e poi l’alba che sorge e la pelle d’oca. Intanto birra?
Il Moro: birra.
Il Bonzo: birra.
La corale cattolica: bla bla bla bla bla, quando sei Maria Dolores, bla bla bla bla

Belguglielmo: no problem raga, l’opzione prossimità è la festaccia sacrilega alla Chiesa del Gesù, stasera sbarca dritto dritto da Copacabana un dj set di elettrocumbia e fiamme sui muri, gente svalvolata e divertimento da saturarci i pori, nel tempio dell’amore splendiamo come il tuono
Il Biondo: bah, troppo già visto, troppo sudore, troppi feticisti dei piedi, io voglio vivere come la gente comune. Altra birra?
Il Moro: birra.
Il Bonzo: birra.
La corale cattolica: e poi bla bla bla, my humps my humps my humps, bla bla bla

Belguglielmo: ho capito allora si va alla Bulex, pubblico che piange se non ti lasci pomiciare, oggi la location è a sorpresa, potrebbe essere in un sotterraneo insalubre delle galere reali come nelle fogne del porto, basta mandare un essemmesse al numero segreto che guardacaso ho proprio sottomano, allora lo mando l’essemmesse al numero segreto? son sul tetto che grido son pronto a partire
Il Biondo: oh ma la Bulex già si conosce, troppo woodstock, troppo già stato, io selective, voglio avere il controllo, voglio un corpo perfetto. birra?
Il Moro: birra.
Il Bonzo: birra.

Belguglielmo: ma allora selezioniamo, alle Halles c’è il lancio di una label ultrahype italodisco con deejay che abitano tutti nella stessa via di Oslo e artisti berlinesi che si rotolano nell’uranio impoverito, è talmente esclusiva che neanche Björk è riuscita a entrare, pensa che ho giusto quattro ingressi omaggio, allora andiamo, dovete proprio dovete proprio dovete proprio temporeggiare?
La corale cattolica: ciao amici noi andiamo al Cinquantenario stasera c’è il Mago Galbusera che mette i Bimbomix e Noemi che autografa le mutande del reggimento della Folgore, numma numma iei, numma numma numma iei
Il Biondo: ah però si è fatta una certa
Il Moro: eggià, che sonno
Il Bonzo: zzzz
Belguglielmo: Ma! Ma! Ma gli amici non erano elettrici?


Thursday, September 17, 2009

Viral news


Allora Gianluigi, è emergenza virus C1P8? Più che emergenza Cesara, è pan-de-mia, la gente muore per strada, i sintomi sono ter-ri-bi-li (immagini, Linda Blair vomita verde). Ma sentiamo un esperto, Giulio Scarpati, cosa sta succedendo? “Nulla”. Avete sentito, non c’è più nulla da fare, siliconate la porta, incellofanate le escort, tagliate i cavi del telefono. Per fortuna la medicina è al lavoro (immagini, tante boccette di urina), vedi Cesara, alla NASA fanno assaggiare l’antrace a settanta vergini, aspettiamo i risultati. Ma dicci Gianluigi e il governo? Il governo si fa in quattro Cesara, ieri Berlusconi ha fatto le punture ai bambini, oggi inaugura le Torri Gemelle dell’Aquila (immagini, alberghi del Monopoly sul sentiero di Minitalia), domani manda Bocelli a Kabul per cantare il requiem e tanto che c’è sminare qualche sentiero. Cosí la sinistra pisciafreddo e pacifondaia è servita, dichiara Vittorio Feltri dal suo studio mentre incarta una testa di maiale con scritto “per Gianfranco”. Grazie del servizio Gianluigi, e ricordiamo ai telespettatori la colletta del tiggicinque per costruire una capanna sull’albero in Abruzzo, basta mandare un messaggino al numero in sovrimpressione e potrete vincere un detersivo con dentro Cristina Parodi. Ma non cambiate canale che adesso la Marcuzzi insegnerà ai vostri bambini come si prova la febbre a un’amica senza termometro.


Wednesday, September 16, 2009

This year so far


Non è vero che facebook eccetera eccetera, tu disfattista snob che leggi Micromega col monocolo e mi provochi i corsivi di Belpietro. Per esempio facebook ti fa scoprire quali delle tue ex compagne di scuola hanno optato per un promettente assicuratore. Prego, visualizziamo per tre secondi un promettente assicuratore. Ora annientiamolo col pensiero. Ci resta la nostra ex compagna di scuola che grazie al social networking può far sapere agli emisferi connessi quanto poco debba spolverare e quanto le piacciano le canzoni dei Queen! dei REM! e degli Uddue! E per facilitare la vita, probabilmente a Natasha Kampush, segnala quella più mitica e quella più potente e quella più senti come ci danno dentro. Siccome anche noi spolveriamo poco, ci teniamo a ricordare alla Rosanna della terza B che i riff schitarrati sono come le giacche jeans e gli stampati paisley, non stanno bene da nessuna parte. E che potrebbe rimpiangere di aver passato a cliccare su youtube il decennio che la separa dalla telefonata anonima a proposito di Szvetlzana.

Non fare come Rosanna e
ascolta roba nuova! Proprio qui!
(link alternativo)

Andiamo a surfare: parte che pensi i Boo Radleys, poi ti butta a capofitto nel pianeta teenager del NME. Grazie a loro per la scoperta.
Il ritmo della cucina, del telefono e della radio: il cugino sudista di Girl Talk tira fuori un'ottima zuppa da pessimi ingredienti. Attenzione, genio!
Lazarus e Boratto: io m’inchino. Inchinatevi tutti.
Discoteca lenta: caro Matthieu Chédid, ascolta bene come dovresti suonare
Datarock: alleluja, abbiamo l’inno cafone dell’anno
Thom Hell: non c'è dubbio, vent'anni fa Joe Jackson ha copulato con una groupie norvegese
Fergus Brown: buttali i saggi di filosofia, la saggezza è in questa canzone
Jack Peñate: l’annata ha fruttato, nello stesso disco abbiamo la faccia da copertina e anche l’inno da accendino

Sunday, September 13, 2009

Il cliente ha sempre ragione


- Allô allô ?
- Goedemorgen. Benvenuti al servizio di assistenza della compagnia aerea che d’ogni tanto fallisce e d’ogni tanto cambia nome. Siamo lieti di monopolizzare i suoi viaggi.
- Sí pronto? Vorrei cambiare una prenotaz-
- Ora scelga la lingua. Per l’Olandese prema uno. per il Neerlandese prema due. per il Fiammingo prema un tasto a caso da uno a novantasette. per i dialetti
- Fransé? Inglisc?
- per i dialetti di Anversa prema quattro. per il frisone medievale prema cinque. per gli idiomi estinti il morse il braille l’alfabeto farfallino e qualcosa che assomiglia al francese prema xwwxkkkddfjcopjidsjpqmsifqmjffdjmjgo.
- Azz, finalmente. xwwxkkkddfjcopjidsjpqmsifqmjffdjmjgo
- Noi non parliamo quella lingua di cacca.
- E adesso?
- Attenda in linea. La stiamo trasferendo al servizio di assistenza della grandiosa compagnia aerea della République. Allonsanfan de la patrieeeeee
- Bonjour, io dovrei cambiare una prenot-
- Bonjour. Ora, scelga a quale sezione accedere. Per comprare un biglietto dica ratatouille! per conoscere gli orari del tégévé dica bouillabaisse! Per parlare con un operatore stronzo oltre ogni limite dica choucroûte!
- Ma che cavol-
- Scusi, non ho sentito bene. Per comprare un biglietto dica ratatouille! Per conoscere gli orari ecc
- Va bene, va bene, choucrûte!
- Siamo desolati, tutti gli operatori stronzi oltre ogni limite sono occupati ad arricciarsi i baffi. Per prenotare una cuccetta nel vagone promiscuo dica chardonné! per sorvolare la Normandia in Mongolfiera dica camembert! Per parlare con la Marie-Hélène mentre si pittura le unghie dei piedi dica crêpe suzette!
- Cristo voglio solo cambiare una prenotazione! Passatemi chiunque!
- Siamo desolati, la Marie-Hélène si sta sventagliando per asciugare lo smalto. Per ascoltare le canzoni di Carla Bruni dica Carlà! Per sentire Carla Bruni che ansima il suo nome dica la vache! Per parlare con una stagista bionda sotto effetto di stupefacenti elenchi in successione tutti i re merovingi e poi digiti 93858683492020499696954993210010
- Merda! Voglio un operatore! CHIUNQUE! 4!9!95! 968583920203404! numeri a cazzo!
- Felicitazioni. Il biglietto Perpignan-Vladivostock con il locale delle 19:27 che ferma a tutte le stazioni le sarà addebitato sulla carta di credito.
- Aspett, no, azz
-你的媽媽豬 -(click!)-


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Tuesday, September 01, 2009

Il rock spiegato a quell'oca di tua figlia



Cara Gundeberga,

è stato un piacere conoscere i tuoi figli, sai bene la curiosità che nutro per la ricchezza delle forme di vita. Non si sono strappati il bavagliolo di Winnie Pooh e capivano tutto quello che sillabavo, oggigiorno le scuole medie fan miracoli. Non ti preoccupare per loro, almeno non per Gianpompelmo, sarebbe uno spreco di apprensione. Se a 11 anni è così preso dai giochi di ruolo, a 20 si farà i segotti con un avatar di Second Life e a 40 collezionerà portachiavi della Tour Eiffel. Tu intanto predisponi la vetrinetta. Per Mariaprugna invece possiamo ancora fare qualcosa. Dall’emo e dal nu-metal si guarisce con terapie appropriate. Per esempio le potresti regalare un cucciolotto, poi quando si è affezionata lo strangoli con le sue spillette preferite di Marilyn Manson. Gli strilli coprili con questo:

(link alternativo)




♫ Il remix di Brimful of Asha lo passano pure allo Scacco Matto di Fiorenzuola, ma il Negozio dell’Angolo è stato capace anche di questo saporito pezzo glam che nessuno si è filato.
♫ I Guidatori della Domenica han studiato il rock sul sussidiario, e complimenti alla maestra.
Money Mark: la voce alla Costello, la melodia alla Costello, il titolo alla Costello, speriamo gli abbia almeno telefonato.
Più caldo che luce, ma poteva essere qualunque alto brano, quel disco addensa le nuvole e trascina tempeste.
Sono uno scienziato: Courtney, con tutto quel rimmel?
zZz: il giusto numero di sbronze sulla tomba di Jim Morrison.

Allora, guarita tua figlia?


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Monday, August 31, 2009

Estate a domicilio


Presto, il vestito più bello, il vitello grasso, la musica e le danze: Belguglielmo è ritornato, e non ha nemmeno speso tutti i soldi a ghiande e prostitute. Affacciarsi in ufficio, bacetti e controbacetti, e le vacanze tutto bene, mantenere un alone di fascino e mistero. Bonjour, la mia stagista, che vuol dire un giorno io ti laverò la biancheria a mano, bonjour il mio stagista, che sogna di rimanere bloccato con me in ascensore, bonjour la mia capa, con un sorriso che è l’antidoto alle polluzioni diurne. Ma sotto sotto sono felice, perché è ancora agosto e l’estate belga è ragionevole. Bestemmia! ma che dici! il Mediterraneo! la culla della cività! le patelle! la tammuriata! Senti un po’, beato te che imbocchi i delfini, io ho una scrivania da adoperare. Senza zanzare o catrame fumante, anche così mi rigenero. Con il cielo che volge attraverso le più terse gradazioni di blu mentre le nuvole schizzano oltre. Con il vento che scatta potente e mi scompiglia le canzoni nell’Ipod. L’estate è nei volti soddisfatti dei belgi, che a ventidue gradi già pranzano sui marciapiedi e a venticinque si stravaccano nelle aiuole delle rotatorie. L’estate è nel mio frigo, dentro la frutta in delirio e un concerto di muffe, le pesche suicidate nel cassetto e lo zucchino che ha la consistenza del mio membro a riposo. Pronto, che piacere, no stasera non esco, sto a casa a pettinare i pomodori.



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Wednesday, August 26, 2009

Life goes on, bra


Vivere in un cartone animato ha i suoi vantaggi. Rincorro i cavallucci marini, scivolo sugli arcobaleni, ho sempre un’ottima cera e non devo nemmeno farmi il bidet. Ogni cosa canticchia al mio passaggio, mentre faccio la spesa birre, patatine, ciddí vergini e goldoni ondeggiano e fischiettano obladì obladà nel mio cestino. Ho il sospetto che alla mia età mio mio padre spingesse un tutt’altro carrello della vita, cose tipo trapani e omogeneizzati.
Possiedo inoltre alcuni indizi che al perimetro del mio vivere si glissi gradualmente verso il cinema impegnato.
Uno è che si fan più frequenti gli accenni alla salute, lo sai che avevo un dente del giudizio nel naso, ti cigola ancorai il gomito, quello si è fatto la vasectomia. Nulla di grave, son bozzetti di conversazione in vista del grande affresco dell’artrosi.
L’altro indizio è che ho sentito impiegare tutta la declinazione completa del verbo sposarsi. Per esempio, sabato sera, topografia di una conversazione da barbecue:
matrimonio – matrimonio – matrimonio con figli – ce l’ha fatta pure lei – altro matrimonio – che stronza non mi ha invitato – matrimonio con figli – figli e basta – l’ho sempre detto che era una troia – altro matrimonio – addio al celibato – ma non era frocio – prossimo matrimonio – prossimo divorzio – eccetera. Uh guarda là, un cavalluccio marino.

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Sunday, August 23, 2009

Sono libero sabato sera


Non è vero che per ogni esserre umano c’è un’anima gemella, un’amicizia potenziale, una corrispondenza di spirito in attesa. No, ci sono persone che convogliano le premure nel repellere la frequentazione che non meritano.

Quelli che ti fanno levare le scarpe per entrare a casa loro. Hanno passato l’infanzia incellofanati come il mobilio del loro salotto biedermeier, apprendendo l’ospitalità come la fetta d’uscio in cui la genitrice sorride garbatamente al postino. Io apprezzo i progressi raggiunti, ma lasciatemi indicarvi i successivi. L’ospitalità è quel sapere artigianale che traduce l’inclinazione in manifattura tangibile. Culaccino di gutturnio, unto di salume, cocci di bicchiere, impronte di ballo sono il materiale dell’affetto. Ve ne priverò solo quando tappezzerete il pavimento con l’arazzo dell’apocalisse. Voi amatemi tutto, scarpe scomprese.

Quelli che non parlano d’altro che dei progressi della loro creatura. Ma dai, già distingue l’alto e il basso e fa il verso della mucca muuu? Io alla sua età risolvevo equazioni di terzo grado in greco bizantino. A proposito, ho qui uno specchio per il suo regalo di compleanno, cosí finalmente riesce a infilarsi i pennarelli nel naso.

Quelli che scherzano sul “latoB”. Ah ah ah uoh uoh uoh ma troppo divertente, hai capito?, il lato B, come per dire l’altro lato della cassetta o del disco ma invece uah uah uah voleva proprio dire 'il culo' (fai le virgolette con le dita), ma che simpatici non ce la faccio più dal ridere, ora devo troppo dirlo “mi mostri il tuo lato B”, che forte, che ironia, son piegato, iah iah iah, mi vien voglia di darti una pacca sulla spalla, e spettinarti i capelli per simpatia, anzi di prenderteli i capelli e scaraventarti la testa al muro, più e più volte, per vedere se viene fuori il lato B del tuo cervello.

Io non sono misantropo, anzi amo l’umanità. È che odio quelli che la incarnano cosí male.

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Thursday, August 20, 2009

Aggiornamento Italia per Lonely Planet



Macarena


L’Italia è una penisola che si estende su 700 canali satellitari e popolata in maggioranza da un serpentone che balla Macarena. Macarena Macarena Macarena. La minoranza balla il Meneito. Meneito Meneito Meneito. La forma di governo è una pubblicità per telefonini. Gli Italiani ne sono felici e ballano Macarena. Macarena Macarena Macarena. Sui panfili scivolosi a Panarea, nelle pinete verdeggianti dei lidi adriatici, sulle scoscese scogliere vulcaniche delle isole, lungo i sentieri impervi che portano alle calette liguri, un popolo effervescente e trasportato dalla sola forza di sole di mare e di Gucci.

Libera i fianchi e unisciti al trenino, cinquanta milioni di Macarene mirabilmente coordinate. Ognuno danza come può, la casalinga, il giornalista, il campione e danza pure il prete, siamo tutti tutti troppo troppo glamour. Siamo glamour adesso per meritare di essere oscenamente ricchi un giorno. Le femmine scorrono sorridenti e scosciate, velate solo del tessuto necessario a coagulare i risparmi del semestre. Guarda che grinta, s’inorgoglisce il compagno, piccolo imprenditore calvo e con sei dita dei piedi, poteva troieggiare e invece scavalla dal mio Carrera. I maschi ondeggiano guappi e motorizzati, la virilità ancorata ad un solido basamento di campo da calcio e indulgenza materna. Macarena Macarena Macarena. Gli italiani hanno il monopolio del sole, se ne appriopriano con solerzia finché non diventano cacche in pareo. Cosí sono pronti per esplorare il mondo e le mattonelle delle piscine sul Mar Rosso. Siamo splendidi e poi il sushi non ci macchia i vestiti. Siamo amici, uomini e donne, e centovetrine e family day. Quanto costa? Euri dollari o escort? Macarena Macarena Macarena. Prima stendi gli avambracci, poi volti i palmi all’insù. Macarena Macarena Macarena. Ora posa la mano destra sulla spalla sinis - ma come te ne vai già? Non ti mancherà la Macarena a Bruxelles?


Monday, August 17, 2009

Summer zapping


Oltremodo scoraggiato dall’ultimo servizio al tiggidue – vabbé l’ho guardato e non dovevo, cosa ci posso fare, io cerco di reintegrarmi quando torno in patria io – insomma oltraggiato dal giornalismo del tiggid – e poi parlava delle atlete azzurre, un servizio facile facile che anche una del tiggidue poteva sembrare una professionista, quella invece viva le nostre atlete che sono donne e sono moderne e sono sexy basta coi vostri stereotipi, io che credevo, e invece “moderna & sexy” al tiggidue non è uno stereotipo, è il futuro del femminismo, dopo le suffragette e Mary Quant – insomma sopraffatto dal nirvana informativo di Maria Concetta Mattei, vado a zapping di Emtivví. Sì lo so che da quando c’è il loghetto Italia° non è più la stessa cosa, tanto Simone Angel che ballava strafatta la top ten dance e Paul King che annunciava i collassi di MacGowan rimarranno per sempre in una celletta dorata della mia memoria. Però fai presto a renderti conto quanto Emtivví, da noi cioè da voi, si sia normalizzata. Adesso è pura Italia, una pubblicità dello shampo in quattro diverse fragranze. Allora fragriamoci.


Zaap à MTV basic

Mi becco la classifica Hot Couples chiosata da celebrità come fanno su E! Entertainment, che ora non è più l’unico canale basato sulla raccolta differenziata. Morale:

- Le celebrità ci fanno. A microfoni accesi tutti con la-Yoko-Ono-che-antipatica-cosa-ci-trovava-quello-in-Courtney-Love-la-Spice-e-Beckham-sono-un-vero-business, che se intervistavano una massaia al mercato del pesce non la trovavano così verace. Spenti i microfoni invece, io lo so che la Canalis spiega le convergenze teoretiche tra Heidegger e la Arendt. Le mima con la bocca.

- Non riesco a decidere se i Bluvertigo sono più antipatici uno ad uno o due a due o presi tutti assieme.

- Tra le celebrità pagate dal ministero per fare pubblicità subliminale allo studio dell’inglese, come Silvestrin e la Cabello, ora c’è la L’Aura. Quando dice “Kurt&Courtney” sembra un richiamo per le otarie.

- Basta classifiche fuffa! Telecamera fissa su Giusi Ferré e vedrete che boom di ascolti.


Zaap
à MTV HITS

Gli All American Rejects sono ribelli e fan colazione con la birra. Però per cantare come gli Sugar Ray potevano risparmiare sui tatuaggi che gli saran costati almeno tre playstations.
I Subsonica stavano meglio quando si drogavano.

Zaap à MTV Pulse
Marco Carta sbaglia tutte le “E”, cazzo fa apposta, pèrché nèssuno lo mèna? Comunque non si puo’ avere tredicianni, quanti ne ha, quattordici, e far rimpiangere Joe Sentieri.

Ecco, sparate sui Dari, braavi voi. Ipocriti! Tra vent’anni li riabiliterete come Camerini. Loro ci hanno messo tutto, il vocoder, il clap clap, smorfie difficilissime neanche pensavo si potessero. Poi il tipo si tocca la lingua col naso cosí veloce che si merita almeno un’overdose dalle mani di Johnny Rotten. Vai Johnny crescilo tu.


Zaap à MTV Brand new

C’è BN – Brand New Italians. Cronaca in diretta tipo Beavis & Butthead, facciamo il gioco chi copia chi.
  • Per esempio, i Trabant, referenza = Bloc Party. Video vintage-paraculo col Gira la Moda
  • Pezzo dei Thank you for the Drum Machine, va bene che qua abbiamo avuto la new wave quando là gli Smiths l’avevano già seppellita, però Apply some pressure e Sister Saviour di quand’erano? Comunque sono sulla buona strada.
  • I Marlene, trovategli un ecoincentivo per rottamarli che almeno Godano si rifa lo scooter senza doversi umiliare con la cover – ideona! – di Impressioni di Settembre. Pettinato come un Rai Educational sugli anni 70, camicia aperta, petto depilatissimoh, canta “sole” e guarda il sole, dice “meah” e “c’èah”, la voce ugualuguale ad Alan Sorrenti, Cristiano in questo video ci sta dicendo qualcosa. Papà, mamma, è il momento di dirvelo... io sono i Bee Gees.
  • I Perturbazione dovrebbero passare più tempo a scopare e meno alla Feltrinelli.
  • Non male i Super Elastic Bubble Plastic. Che teneri, cantano in inglese pronunciando tutte le lettere. Referenze: varie ed eventuali.
  • Non male nemmeno Tokai di Anti Anti featuring Samuel dei Subsonica featuring Veronica featuring e salutiamo anche la mamma che è a casa. Solo che si è dimenticato il ritornello, e la gente nel video balla un’altra canzone. Vintage pure questa, fanno la doccia con lo Skifiltor.
  • Sempre rigorosissimi i Tre Allegri Ragazzi Morti. Ma solo a me il video sembra omaggiare gli Arab Strap? Referenze: Violent Femmes, Coral e Deus eccetera.
  • All About Kane, questi non li conoscevo. La canzone invece sí, è Dakota degli Stereophonics. Il cantante vien su bene, saranno i Killers italiani? Però che tristezza gli effetti Matrix.
  • Potenti i Fratelli Calafuria, questi ci credono. Non oserei dirglielo di persona, ma La nobile arte è i Cribbs di Mirror kissers con un po’ di Kings of Leon. Non oserei nemmeno chiedergli in che lingua cantano, per me il ritornello è “nobileo tanabileo seà”.
  • Ma che truzzi i This Grace. Referenze: Nine Inch Nails & Turbonegro, o forse le birrerie in Norvegia nell’88. Non male il video, a me ricorda quello di Tiga.
  • Cos’è successo ai Meganoidi? Gli han detto cavateci un single e li hanno legati davanti ai Cesaroni con Ligabue in cuffia?
  • Julie’s Haircut, uh che classe. Un po' di Suicide, un po' di Kills, un po' dueppalle. Ma cosa dici che sono bravissim- sarà, ma fa troppo caldo.

Zaap à MTV tutte

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