Chi?

Wednesday, December 15, 2010

Teleblogging #2

Pronto zia Amaltrude? Belguglielmo, ricordi? No, quello è mio cugino. No, quello è il figlio della Faustina. Ricordi la Faustina, la moglie di. No che non l’ho conosciuto lo zio Lotario, è morto in un incidente con la diligenza. No, non mi sono ancora sposato. [Meriem chiede una sigaretta. Poi chiede un accendino. Poi chiede da dove vengo. Ho un emisfero impegnato a trattenere la tracimazione di birre, l’altro è rapito dai beat obliqui del dj set eleusino. La serata High Needs Low #7 schiera una line-up tutta femmina, coi rischi che ciò comporta, ma la stazione ferroviaria prestata a feste garantisce un carico di gaudio. Meriem, cosa ti fa credere che questa conversazione porti a qualcosa? Scusa che hai detto del mio pelo?]

Dunque zia, dicevi il colesterolo. [Playmobil organizza una raclettata di Natale. Per fare una raclettata di Natale ci vogliono: salsiccia, costolette, vino rosso, dolci. Non serve invece la raclette. Mentre il buon Panda-man manegga la reflex per fotografare spigoli, suole e avanzi della cena, la mia squadra sconfigge a Pictionnary il team di Quellaragazza*, che non se ne accorge perché sta ancora ridendo. Son così le raclettate.]


No zia, non si sta male all’estero. [Estero è una parola grossa. Alle Antitapas Nights, per esempio, si radunano tutte le varianti dialettali della comunità italospagnola per danzare le fanfare balcaniche o qualsiasi altra musica basta che venga da un paese senz’acqua potabile. Grazie all’Italia-nel-Mondo si entra gratis, si beve gratis e si può pure pisciare sui muri. Il pubblico ha candelabri in testa e cavigliere del Katakali ma niente pastore tedesco, il cane ce l’hanno dentro.]


Sì zia, almeno ho un lavoro [toh guarda chi si incrocia nella notte brussellese. L’ex collega Attizzorio si è fatto di pastiglie anticalcare e prova a comunicare per gorgoglìi calanti. A me non è andata meglio a Los Niños, mi dico che strano, tutto sfoca, tutto gira, le luci scendono e la security mi insegue. Guardi buonuomo, innanzitutto sono sobrio come *hic* come un *hic* un *hic* insomma sobrio ecco ed escludo nel più *hic* dei modi di aver rovesciato i fari del locale poi non vede che non ci sono fari non c’è nemmeno *hic* luce e asebesebsesebszzzzzz]


Sì zia, ho ancora i tic in faccia, li uso per spaventare i bambini in metropolitana. [Suoni epilettici alla serata di lancio della label Vlek. Avevo grandi aspettative sul dj set di Aardvarck, che invece fa schizzare ogni pezzo dopo 30 secondi, io dico cambia pusher o cambia mestiere. Da come ciondolano zaini e cuffie di lana, si capisce che la gente invece è soddisfatta, nonostante il soundsystem impotente e le sonorità che la Warp aveva già liquidato nel novantuno, tanto son nati fiamminghi e se ne tornano a casa con la fixed-gear d’avorio.]


Sì zia, parlo le lingue, ma il tedesco insomma [Fingerspitzengefuhl, l’impronuciabile serata, ospitava In Flagranti e Bottin. Il primo l’ho perso, del secondo ho tollerato appena la truzzaggine del dj set, che va bene passare gli Sparks e i Duran Duran, ma proiettare sul maxischermo il Festivalbar dell’86, io ancora non sono pronto, e sì che Bottin è del settantasette quasi come me. Per di più mi inibiva la ristrutturazione del Claridge, che se prima pareva un doposci per gite scolastiche ora è tutto lounge-room con la cera alle pareti.]


Certo zia, è dura con la crisi. Il prezzo dei limoni continua a salire.


Nella foto, zia Amaltrude in villeggiatura a Pozza di Fassa.


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Monday, December 13, 2010

Teleblogging

Pronto mamma? Sì tutto bene [dove sono? che ora è? perché ho tutti quei timbrini sul polso?] No, è solo un po’ di raffreddore [due dozzine di birre e mezza stecca fumata in due notti] Certo che mi copro [ballo rigorosamente sbottonato, per farmi accarezzare più facilmente il pelo sul petto dalla gente che passa] Vero, un maglioncino per Natale è proprio una bella idea [la maglietta col satanasso in erezione, presa con l’Italia-nel-Mondo allo stand anarcorivoluzionario della fiera di Francoforte. Inaugurata alla festa Anges et Démons, mentre Amico Deutsch-französische Motor rallegrava al trotto Patricia&Patricia con parrucca fucsia. Se vi pare osé sappiate che suo cugino si era messo l’eyeliner].

Ma dai, anch’io sono stato ad un concerto [serata Europavox al Botanique, che amico It'n'M aveva i tichez gratis. C’era pure Mastro Prugna, tornato da Torino col progetto di esportare i concerti suonati per traverso e lanciare le Caterinacaselli-nights. Gli auguriamo tanto successo, intanto ci godiamo Le Corps Mince de Françoise, sorelle svedesi cicce cicce seguite dai Vermin Twins, due fiamminghi incappucciati che suonano come Kap Bambino e Cristal Castle nella sala delle torture. Lui manipola vocoder e suoni sporchi mentre lei abbaia al microfono, si attorciglia metri di cavo, si accoppia agli strumenti e infine collassa al pavimento. Lascerà il palco trascinata per i piedi. Il padre è in terapia.]


Hai ragione mamma, farò gli auguri a zia Amaltrude [una festa non è una festa se non intervengono le forze dell’ordine, solo che al compleanno del Ryan-Reynolds-da-viaggio la polìss belga ha spento la musica a mezzanotte e zero due anziché mettersi a distribuire gli ombrellini di carta nei cocktails, a volte mi chiedo perché pago le tasse. Nel frattempo, con la luna piena, amica Playmobil prende a rimbalzare come Chobin molestando gli invitati. Si congeda perdendo i sensi sul canapé. Divapuglia mi trascina in uno studentato in festa dove il fratello Divopuglio mixa per gli erasmus la Samba de Janeiro mentre lei lo venera con tale estasi che la Madonna di Lourdes mi ha essemmessato per dirgli di smettere, a tutti e due. Tutt’intorno ci stanno gli erasmus, alcuni già vomitati, molti vomitanti, altri ancora vomituri.]


Sí mamma, ho molto lavoro e tante missioni [al Kiko, gente, che posto, il Kiko! Se il Catclub è Berlino, il Kiko è Pankow prima dell’89. Bassifondi del centro, trovi il portone, sorpassi il cumulo di rottami in cortile, poi scendi nel ventre della città insonne. Tutto è illegale, lo spazio, il suono, la gente, il caminetto acceso davanti al divano, che comunque vien comodo per limonare al caldo. Si dice.]

Mamma? Ti richiamo, ora devo buttare la pasta [aspirine, dove ho messo le aspirine?]


Nella foto, Belguglielmo dissipa ogni dubbio

Wednesday, December 01, 2010

Meglio corto che interrotto

Mamma voglio fare il regista! Certo caro, intanto finisci di mungere. Per fortuna hanno inventato i corti, cioè un bravuomo, che non ha i soldi non ha il tempo non ha gli attori, filma per cinque-sei minuti e se alla fine dice “questo è un corto” diventa un regista-di-corti, senno’ rimane un bravuomo che filma le capriole del cane, o uno sporcaccione se filma quelle della moglie. Anche se pure lì c’è tutto un mercato che gira. (non ne so nulla) (l’ho letto sul Financial Times).

Le varesotte dei Cortisonici si premurano di fornirci una selezione di corti alla Piolalibri, e a dispetto degli scampoli di poesia disseminati tra un esercizio e l’altro, il mio premio della critica va senza indugio a codesto capolavoro:





La cena cum varesotte include supporter nonvaresotta con cappello di panno e sicumera girotondina che, tra il dolce e il caffé, porge un foglio ai vicini di tavola. Metteteci la vostra e-mail che vi faccio sapere quando organizziamo la visione casalinga di Vieni via con me. Le dico grazie, capisco che genuflettersi intorno ad un programma satirico col gruppo di ascolto democratico faccia molto azione civile, ma io preferisco andarmi ad ubriacare al Recyclart. Blasfemo! Provocatore da due soldi! Qualunquista! Cattiva maestra televisione! La persuasione occulta! La società dello spettacolo! Il tramonto dell’occidente! Il quarto potere! No logo! Bella ciao! (pausa per respirare) Eccetera!

Comunque al momento del conto mancavan dei soldi.

Monday, November 22, 2010

La Biondezza delle Nazioni

Stanotte ho sognato che uno dei Matt Bianco era morto; al mio risveglio la radio suonava i Matt Bianco. Ragazzi, ho un talento nascosto e non so che farmene.
[parte il sottofondo, basso, beat e tutto il resto: Barbra Streisand! - uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]
Cari amici la cui ultima un’emozione forte risale al casinò di Lugano nell’86 quando ci cantava Lara Saint Paul, questo mese Belguglielmo è fiero di annunciare che si è dimenato per voi al concerto dei Charlatans, planando con compiacenza sulle generose code neopsichedeliche insieme ad Amica Altissima. Per inciso, Tim Burgess portava un maglione preso dai sacchi della Caritas e il caschetto di Raffaella Carrà quando presentava Milleluci.
Per la prima volta inoltre, Belguglielmo è andato in palestra due volte di seguito senza che nel frattempo essa abbia cambiato gestione o indirizzo. Esigo addominali da urlo entro sabato prossimo. [Barbra Streisand! - uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]
Week-ends di Belgio, freddo fuori, caldo dentro. Allo Zonneklop per esempio, dove l’amico der Deutsch-Französische Motor incrocia Patricia&Patricia, e tutti quanti ci imbuchiamo al compleanno teutone. L’amico der DFM si tramuta in draga da mohito, si impossessa di parrucca e socializza con die leute, il cugino è speechless e i nostri piedi scalpitano. È ufficiale, abbiamo dirottato il party e la tetra festeggiata Susske dovrebbe solo ringraziarci che per una volta la gente dopo averla vista andrà a casa felice anziché prenotarsi un lutto per l’anno prossimo alla stessa data. “Pronto Inga, prestami un morto”. “Ti ha invitato la Susske?”. [Barbra Streisand] [uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]
Ora tutti in cerchio ed evochiamo lo spirito di Claudio Capone.
- Eccomi. Che volete da me?
Leggi per noi, forte e chiaro.
- «Conversione di stipendio Belguglielmo in birra>sigarette>lampade UVA fratto numero di serate fratto numero di limoni». Che è sta roba?
La formula di Belguglielmo per calcolare il costo di un limone. Rivoluzionerà i mercati.
- Non volete sapere com’è l’aldilà?
Grazie Claudio ma abbiamo già visto Beautiful. Ora datemi il nobel per l’economia. Va bene anche un Ambrogino d’oro. O una birra media.
[Barbra Streisand] [uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]
Alla serata Stoemp!, per esempio, la quotazione stava a venticinque (cinquanta euri fratto due limoni), *due* lo dicono i testimoni. Io non ricordo e comunque mi dichiaro estraneo, ho qui pronto il comunicato stampa. Eppure ricordo tutto il resto, che Playmobil piantonava il suo Ryan Reynolds da viaggio, che la Divapuglia si è inorridita all’apparizionne del nudista a fine party, che indossavo la camicia a scacchi, che io ho posseggo solo camicie a scacchi, e che mi ero pure rasato per bene. No, non in faccia che la barba cresce fulgida. No, nemmeno il petto che si vuole morbido e accogliente come lo zerbino davanti alle villette a schiera. [Barbra Streisand] [uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]
Sì ma il sabato prima, quando sei sono tornato? Uhm, alle 11. Cenerentolo! No, non hai capito, le 11 del giorno dopo. Pessimo, che hai fatto? Ho scoperto nuove fermate della metropolitana. [a Ribaucourt ci sono i fumetti sui muri] [ora lo sapete] [era per cambiare argomento]. Comunicato stampa: causa coscienza affogata nella birra, ego disperso e superego che pomiciava in scioltezza, sabato sera la volontà del Belguglielmo era telecomandata dall’astronave dei Ricchi e Poveri. Il corpo del Belguglielmo in ritorsione ha aperto un mutuo per quindicianni di tosse.
- Dottore la prego, almeno mi prescriva lo sciroppino!
- Nulla, lei veda di fumare meno.
- Ma lo sciroppino...
- E la smetta di bere.
Devo ricordarmi di cambiare medico.
[Barbra Streisand] [uh-uh uh-uh uh-uh-uh uh-uh-uh uh]


Nella foto in alto, Barbra Streisand ha finalmente una bella cera.

pic from http://www.kspace.tv/wp-content/uploads/2009/08/duck_sauce3.jpg

Tuesday, November 09, 2010

Microblogging #3



Un altro vantaggio del [microblogging], che prima non sapevo perché l’ho deciso ora, è che si presta agevolmente agli [omissis], ovviamente arbitrari e tendenziosi. Infatti questo sabato io e [ ] siamo andati a [ ] dove abbiamo [ ]. Tutto gira intorno alla festha dove l’amico Cif deve mixare per popolo fiammingho, e si sa che per amico Mister Ego le Fiandre sono un po’ come l’eroina tagliata troppo pura. Infatti Mister Ego ad un certo punto della festa [ ] inspiegabilmente [ ] chiamando da [ ], mentre povero Belguglielmo assiste a fissione di festa di piano numero quattro con festa di piano numero sei e tutt’intorno spintoni - strusci - camicie strappate - ammiccamenti - scherni, ed il festeggiato esercita diritto di [ ] su tutte le fiamminghe presenti, le quali soprendentemente glielo concedono. Belguglielmo [un po’] asseconda i furbetthi, [un po’ tanto] si scoccia, poi decide che basta e va al [ ] per [ ] che lí almeno si va sul sicuro. Allora caro amico fiammingho della festha, fai poco il furbettho. Oggi ti va bene che i tuoi genitori invece che guidare il treno come sognavano da piccoli gli tocca commerciare diamanti per pagarti l’accademia aborigena di graphic design, che l’affitto te lo paga la Comunità contro l’Estinzione dei Fiamminghi e a te ti resta da pagare giusto la birra mentre che fai il furbettho. Oggi. Tra un anno un anno e mezzo, del tuo atelier di pittura su burro rimarrà un’asta fallimentare, mentre spupazzerai un frugoletto dal nome di tre lettere e gli occhi uguali ai tuoi. E ripenserai alla festa in cui lei ti ha bucato il [ ].

Nella foto in alto, potrebbe capitare anche a voi.



Wednesday, November 03, 2010

Microblogging #2

Il [microblogging] ha il vantaggio di indicarvi il pensierino centrale, così non vi confondete col resto e potete usare il vocabolarietto figurato, avete presente i libretti dove c’è scritto [m-u-c-ca] e accanto c’è disegnata [la mucca]. Vi aiuto ancora [padella] [tartaruga] [transustanziazione]. Dicevo, tanti minipost su altrettanti miniavvenimenti, per esempio [i Dag för Dag come gruppo di supporto], lei Mata Hari in postgravidanza, lui sudato fradicio e la barba fulgida, che si è capito che [la barba fa assolutamente tendenza uomo duemilaedieci], e io sto troppo sul pezzo, difatti ho la brand new barba e i Dag för Dag ve li postai qualche compilation addietro, giusto per mettere i puntini sulle ö. Come suonano? Suonano come [Echo & the Bunnymen], che siamo d’accordo va benissimo per aprire la serata agli Shout Out Louds, che invece suonano un po’ come [Aztec Camera] e un po’ come [i Cure di Friday I’m in love]. I Cure, siamo d’accordo, sono un ottimo test per dividere le persone tra quelle che capiscono di musica e quelle che boh ma i Cure non sanno suonare la chitarra [grazie amici ora parlate un po’ della gnocca].



Nella foto, il concorso di selezione del personale alla Commissione Europea


Tuesday, November 02, 2010

Microblogging




Belguglielmo! Ma dov’eri finito? Innanzitutto grazie per la domanda. In secondo luogo, in molti ma molti posti facendo un sacco ma un sacco di cose, che ora non posso divulgare tutte in un unico post perché rasenterebbe la taglia di un romanzo russo solo con molto più sesso e rocchenrol. Diciamo più rocchenrol. Poi sono pigrissimo e sono in angova, e quando vado in angova divento sentimentale. Tra l’altro volevo dirvi che vi amo tutti incondizionatamente. E siccome sono pigro, passo allora al [microblogging], tipo numerosi post ma con un concentrato di informazione, per esempio [ieri sera sono andato al concerto degli Shout Out Louds]. “Potevi usare tuitter”. Aspetta, non è mica finita. [nel pubblico c’erano solo svedesi olandesi e islandesi, collettivamente sotto i ventiquattro anni]. “Guarda che anche quello ci sta in tuitter”. Aspetta, [io e l’amica Quellaragazza eravamo i più attempati della serata], al che voi dovreste lasciare un commento del tipo “maddai Belguglielmo non essere invidioso tu fai sette anni meno della tua età”, d’altronde io vi ho detto che vi amo. Ma ho mentito, io sposerò il cantante degli Shout Out Louds perché ha una barba bellissima (“maddai Belguglielmo non essere invidioso anche tu hai una barba bellissima”) e poi anche se non era in scaletta mi ha cantato Normandie nei bis dopo le grida mie e di una minorenne norvegese, e questo in un paese dove se chiedi una fetta di pane in più al ristorante ti dicono che il pane è finito. Oppure te la danno perché sei una minorenne norvegese. “Si ma stava tutto in tuitter”. Senti fanculo te e il tuo tuitter (mi è passata l’angova), vabbè che col postmodernismo si realizza l’atomizzazione del sapere – applausi prego – ma il tuitter non è comunicazione, che a comunicare una frase alla volta era buona anche la bambolotta di mia sorella, e questo finché non estirpai il lettore dei dischi dalla schiena della bambola nella mia già precoce sete di conoscenza. A proposito, datemi un’altra birra. Ve l’ho detto che vi amo?

Thursday, October 07, 2010

Last night a STIB bus saved my life


Lo sciroppo alla codeina val bene un malanno, pure le pasticche di pseudoefredrina, per non parlare della puntura-bomba al cortisone. Diresti il menù di un raver bresciano, è invece pragmatismo dei medici belgi, io figurati, nessuna obiezione. A parte la predica della farmacista a cui mostrai una prescrizione per pseudomorfina (nel caso, rifiutatela. Non vale una paternale in farmacia). Ora ho di nuovo due noci di cocco in gola e non so se gioire dei lenitivi che mi concede la ricerca o imprecare contro il mio corpo che manca al suo dovere di sostegno per le perdizioni.


Sí, ho di nuovo visto la luce. No, non in forma di spirito santo, che non lo distinguo mai bene dai piccioni e dalle tortore. Sí, ho visto di nuovo la luce del mattino nordico, per troppi sabati di seguito. E sí, c'è compulsione. Un tempo la porta di casa si apriva su un deposito di felicità, ora al suo posto c’è una cornice vuota, cioè non vuota, c’è ancora la mia foto dentro, ma non c’è più la felicità assieme, quella con la kappa. E ad ogni modo perché dovrei concludere in casa la mia settimana segnata da: seminario sugli indicatori per misurare la Sfiga in Africa + riunione con un consulente senza sopracciglia che beve l’acqua calda + colloqui con gente che i colloqui li ha imparati nelle fiction. Uscire, ovunque.


Dove, ripeti? L’inaugurazione di un concept store di una marca di unqualchecosa, farfuglia colpevole l’Italia-nel-Mondo mentre davanti allo specchio io mi sto ancora pettinando i riccioli sul petto. Sveliamo l’origine del suddetto unqualchecosa. Leva il cavalletto. Leva il cestello. Leva dinamo, luci, campanello. Leva anche il cambio. – Ma? Il cambio? – Leva tutto ho detto, e vernicia di rosso pomodoro, indaco cromato o giallo zabaione. Il risultato è (a) una poltrona per Karl Lagerfeld, (b) una bici fixed-gear per tutti gli altri. Tutti gli altri si intende i giovani maschi metropolitani nella muta tra lo skateboard e l’età da lavoro, privi della turpitudine di euro necessari all’acquisto del suddetto unqualchecosa e la cui euforia ritarderà la meritata morte del concept store che osa venderlo.


Seguirà la serata al Bazaar, dove Divapuglia fa amicizia con il bucaniere, l’orso glitter in fuseaux e gli altri portenti delle notti brussellensi. All’Atelier 210 invece, si danza in mezzo agli attori della pièce di Pasolini, pièce che fa vomitare Black Mondella tutta notte. Più su, alla Gare du Congrès, è in scena la serata High needs Low, dj tedeschi, luci violente, birre troppo calde. Belguglielmo si introduce nei flussi, dichiara amore eterno a Lady Jane, finisce le sigarette, vaga. Poi il collasso, il black-out, i buttafuori. Non è grave, non è grave. Ci sono i trasporti pubblici per quando ne ho bisogno. Non ci sono più i ventanni proprio quando ne ho più bisogno.


nella foto in alto: non serve a nulla ma lo devi avere


pic from: http://www.eightyseven.nl/work/fixed%20gear.jpg

Tuesday, September 14, 2010

Karmacoma





Hallo fruttolino, ti ho rakkontare ti amika sfortunata ke skopre matre a letto con pastore tetesco, esordisce Ulrica preoccupata di lenire un animo inquieto quando non sta mixando gli extended play di Romina Power. Lodevole ma vano esercizio, perché Belguglielmo sa quel che gli serve, soprattutto quando a mezzanotte l’orologio fa din-don.

Sí perché, caro amico in blocco emotivo da quando il tuo avversario alla partita di scacchi iniziata nell’84 è deceduto per logorio, Belguglielmo si è dato al posto tuo agli sport estremi uscendo per una settimana ogni sera di seguito e, contro ogni legge fisica e morale, ne è sopravvissuto. Ce n’era bisogno? No, amica educatrice solidale che imbocchi semolini ai fratelli meno fortunati mentre ti osservano le tette illibate, e sia lodato il tuo lavoro sottopagato da una cooperativa vaticana per salvaguardarci dai costi e dai benefici del socialismo scandinavo. E’ che sono un seguace del superfluo, oltre gli ostacoli, per tutti gli uomini liberi. Converrai anche tu, il Natale senza consumismo è solo un giorno con la messa più lunga.

Mio ciliecino, sai ti amika triste con tre tette ke è stata tratita ta marito infetele con tre testikoli, prosegue Ulrica, per nulla convinta della mia teoria su come spendere i punti karma accumulati in eccesso. Allora tocca spiegare gli antefatti, di amico Vale in coma amoroso e io che lo distrarrò con saliscendi in bici per Bruxelles. Frugamento nel cassetto delle chiavi – porta cortile, ingresso ufficio, diario scuola media, manette – ma nessuna traccia di chiavi del garage. E allora pronto signora candida vecchina imperatrice dei garages, ha mica una chiave di riserva, Certo Belgugliemino caro, e tu daresti una mano quel sabato d’agosto alla mia associazione di candide vecchine? Sebbene abbia evacuato tempo addietro la mia dimensione spirituale con una dose abbondante di fave di fuca, ho ancora riflussi di dignità umana. “Lei che è giovane e forte”, mi accolgono le Vecchine Candide & Co – Belguglielmo risulterebbe giovane e forte solo a fianco di un ospizio terminale, e si dà il caso che Belguglielmo si trovi esattamente lì – “lei che è giovane e forte spingerà Madame Quintale”. Sotto il sole d’agosto. In collina. Sui cubetti di porfido. Bongiorno signorhh (asma) “attenzione giovanotto, non mi pare forzuto” (pragmatismo dei sovrappeso). Con scatto felino ed abile mossa, Belguglielmo si tramuta in Sisifo e riconsidera la rupe Tarpea.

Gruvierino mio, ti ho rakkontare amika infelice riputiata ta patre guartiaboski e rimanere incinta ti stambekko alpino, riprende Ulrica che a volte dimentica sia i fondamenti del dialogo che del conforto. Ora lasciami parlare.


Grazie al carico di karma e agli esercizi spirituali (esco dal mio corpo per farci stare più birra), attacco il programma, prima serata: Dansez-vous Français. E allora corri ragazzo laggiù, al Metro Valdi che stenta a contenere gli afflussi alla festa veterotrash. Divapuglia, la mia barba ed io siamo un trio all’erta e pieni di brio, ma la compressione dei corpi rasenta l’effetto strage.

Rinunciando a proiezioni neorealiste e massaggi di robiola, l’Italia-nel-Mondo porta il dream team alla Jeunesse en fête, il festival al parco di Uccle calpestato dalle scarpe ballerine delle altissime figlie ricche e i polpacci biondi degli altissimi figli ricchi. Concerto gustoso dei francesi Curry & Coco, seguito da un onesto esercizio degli Sharko, arriverà il giorno in cui ’sti giovani belgi si disnibiranno dal complesso dei Deus. Ma il team non soccomberà ad Uccle, e splendido splendido nel cielo va, raggiungendo la piazza San Bonifacio. I suolo è ricoperto di tappeto erboso e cannucce di plastica per il Brüxsel Jardin Open Air, con (inaspettatamente ottimo) dj set finale di Lady Jane, una che generalmente, piuttosto che far ballare qualcuno, passa i lati B al contrario spuntandoci la birra sopra. Chi porta zainetti, chi tiene bottiglie, chi lattine di pils, mentre dj A (A sta per Agonia), lui, giunge alla festa con un romanzo macedone in mano. Dj A (A sta per Ansia) è quello che mixa a 110 bpm e abbassa la temperatura della stanza col respiro.

Poi c’è l’altro venerdì dove, per digerire l’hamburger di les Super Filles du Tram, Belguglielmo solitario nella notte va al Pilgrimage Party, sabba dark brussellese che si riunisce randomly allo Steel Gate. Attorno ad un soundsystem irritualmente docile danzano i glauchi poseurs della provincia gotica e prototipi difettosi di Alec Empire, accomunati da pettinature tenute ad ampia distanza dal concetto di decoro. Quando suona Closer dei Nine Inch Nails, la commozione è d'obbligo.
Sabato recupero Divapuglia, inspiegabilmente atterrata al Botanique per il Saint-Jazz-ten-Noode festival in compagnia di Ken-Principe-di-Fiandre e Ken-Lustrami-la-Lupara, e si riparte. Direzione Biberium, raggiunti da Playmobil e Mobilplay alla serata Bitchy Butch, tra indiequeer e camioniste in salopette. Nel pubblico piacevolmente lurido, i sosia di Lou Doillon, Julian Casablanca e Kurt Cobain, e quando parte Smells like teen spirit nessuno trattiene i piedi al suolo. Poi la notte è fulva, now I wanna be your dog, il sole sorge a tradimento, e a tradimento piomba il sonno mentre il bus prosegue la corsa. Perso in un villaggio svizzero, cerco la via del ritorno, il viso e la camicia fradici, non sono lacrime ma piogge del mattino. Varco la soglia del silenzio domestico ritmato dai timpani in furore. Perché in fondo, Belguglielmo, ha due grammi di felicità chiusi dentro l’anima e al mondo vuol sorridere.

Nella foto, Belguglielmo e il suo maestro producono aroma di patchouli durante un esercizio spirituale del terzo livello

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Monday, September 06, 2010

Horror head




Cari amici in attesa del premio carriera che vi doterà di walkie-talkie in gomma profumata, lasciate che vi spieghi uno dei benefici dell’avere un superiore femmina, anche perché gli altri mi sfuggono da almeno un paio d’anni.

La business woman sa che la cifra del successo come donna e come femmina è una linea sottile tra dedizione professionale, misurata malizia e cieca fede nelle proprietà del bifido attivo.

Il di lei virgineo istinto di compassione cerca uno sbocco nel torvo ambiente di lavoro che la opprime, ed il mazzarino che alberga in voi cercherà di stornarlo a proprio subdolo vantaggio.

La parola chiave è “mal di testa”. Provate a dire “mal di testa” al vostro direttore e avrete una forbice di risposte che vanno dalla risata di scherno al “ma che sei frocio” seguito dal lancio di palline di carta ed esposizione al pubblico ludibrio. Invocato di fronte alla vostra direttrice, invece, mal-di-testa è la formula magica che dischiude una dimensione parallela e segreta, una sorta di utero universale immerso in una nebbiolina rosa e regolato da fasi lunari e tinte di stagione.

Io dichiaro: mal di testa. “Ma certo Belguglielmo, prenditi una settimana di riposo, noi sappiamo quant’è sbagliato trascurare il mal-di-testa.”

Ottimo. Solo che mi gratta anche un po’ la gola. E ora che ci penso mi scoppiano le orecchie. Sarà perché ho dormito con la finestra socchiusa. O perché ho fatto colazione con merendine scadute. In fondo sabato ci ho dato dentro con le birre. Ricordarsi la prossima volta di chiedere più soldi prima di passare la lingua sulle predelle della metro (ma io sono un ragazzo semplice che gli piace lo scherzo alla portata di tutti). Ora farsi forza e andare dal medico.

- Morbo di Hatoyama.

- È grave dottore?

- No. Ma per un po’ le cresceranno addosso pustole ocra e cravatte di Roger Rabbit.

- Potrò fumare?

- Nelle pause tra i getti di schiuma.

- Com’è successo?

- Si contrae alla sorgente di un ruscello giapponese. O tramite rapporti non protetti con piante grasse tropicali.

- Vado spesso in Giappone per lavoro.

- La sorgente si è estinta col bombardamento di Hiroshima.

Ricordarsi di cambiare medico.

Tuesday, August 31, 2010

Showermate wanted

Quest’annuncio è aperto a donne uomini e scimmie ammaestrate purché auotsufficienti, che qui non si conoscono discriminazioni, ma soprattutto a scandinavi taciturni premurosi tolleranti sovrastipendiati e che se ne tornano a casa loro tutti i week-end tirandosi dietro lo straccio lungo il corridoio mentre strisciano sulle pattìne.

Il coinquiline ideale / la coinquilina ideala / lu coinquilinu idealu è assolutamente socievole e ragionevole e mai avrà crisi dissennate del genere “oddio! Belguglielmo ha riposto le salviette senza rispettare l’ordine cromatico!” - “orrore! Ha dato l’acqua alle primule senza sterilizzare l’innaffiatoio!” - “guarda! Ha di nuovo urinato nella doccia!” Tutti urinano nella doccia, chiaro? E se ci andremo a genio lo faremo insieme.

Forza chiamami ora, sono la persona con cui hai sempre sognato di vivere nell’appartamento che hai sempre sognato di abitare al prezzo che hai sempre sognato di pagare - ed in più è compreso l’affitto!

* Promozione eccezionale: ai primi cinque aspiranti Belguglielmo prometterà di non russare il lunedì! *


Gentile Belguglielmo, ho letto il tuo annuncio. Tra poco sarò a Bruxelles per lavorare in esclusiva come High level senior deluxe strategic advisor per il Commissario Macedone al Traffico degli Organi, con delega al brillantante. Volevo porti qualche domanda riguardo all’ala dell’attico che metti a disposizione. Potresti darmi più dettagli su composizione delle vernici e orientamento fengshui? Che qualità di incenso balsamico sei solito usare? Sai sono allergica al Nag Champa al Jagannatta e al Vrindavatta, ma il Parijatta, quello ne puoi usare a bizzeffe! Le finestre hanno i vetri antiscivolo? Non vorrei che si facesse male Alfonso, il mio geco da compagnia. Il parquet nella foto è un decapé sabbiato o biancopuglia? La doccia è dotata di cromoterapia? Il tappeto è buriato o ciuvascio? Mio zio Ubaldo è professore di araldica, quando può venire a ispezionare gli stucchi? Mia madre può occupare il salotto delle lacche cinesi? Ci sono ristoranti fotobionici nelle vicinanze? Quanto dista la Commissione europea in tapis roulant? Di notte si vede la Tour Eiffel? Posso affittarlo solo i giorni dispari?


Cara Laviniana, ti ringrazio assai del messaggio, e un po' anche di esistere. Purtroppo la stanza se l’è appena aggiudicata una troupe di cineoperatori bulgari vestiti solo di accappatoi. Mi fanno fare la comparsa, dicono.


Nella foto, la mia colf impegnata nelle faccende domestiche


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Sunday, August 22, 2010

Night safari

Cari amici che raggiungete culmini di creatività quando separate carta plastica e vetro colorato, nelle recenti settimane il Belguglielmo, coadiuvato dai suoi facili costumi e senza nemmeno farsi pagare, ha per voi collaudato numerose opzioni di spropositi notturni cosicché voi possiate invece preservare la coscienza candida di chierichetti prima della villeggiatura parrocchiale.

La roadmap dell’onta comprende, in rigoroso disordine: lo Chaff (sommesso live di Oldseed, obolo al valido artista, pioggia feroce); appartamento bauhaus (compleanno di Arcadia, accettare pietanze sublimi, rifutare droghe pesanti); gli Apéro Urbains (decollare, ingollare, distribuire pagelle); Brussels-les-Bains (risse scampate, ottantenni che ballano i Chemical Brothers); il Bonnefooi (Playmobil attrae le attenzioni tattili del Micromontalbano); lo Skievelat (lagne di sarda in astinenza da sole, resistere resistere resistere); Chez Mamam (Playmobil corteggiata e commossa); il Madame Moustache (ballare il kitsch latino, spalmarsi birra sul petto, limonare, limonare su più fronti); the Box (non c’ero, se c’ero non ricordo, se ho ricordi son programmati dalla Matrice).

Stasera invece resto a casa che il mio avvocato ha già troppo lavoro.

Ora cancelliamo le vostre smorfie di sdegno con due infornate di buona old school da andare a correre:


Lost tapes


♫ Brutta gente, brutta voce, brutta musica, è tutto ciò che ho da dire sui Lunedì Felici. Finché in nonsopiù che locale interrogo il dj e scopro l’unico pezzo del loro repertorio che non mi provoca disordini alimentari.

♫ “Mai visto nulla di simile” (il medico aggrotta la fronte e mostra le lastre a Belguglielmo) “Vede lì? Ci dovrebbero essere vasi sanguigni e organi vitali.” “Invece?” “C’è scritto ‘Joni’ e ‘Fluke’. Temo non ci sia rimedio”.

Renegade Soundwave: non si sprecano parole di fronte ai capolavori. Vi si abbandona con estatica devozione.

Clock DVA: quel mattino stavo per correre fuori a prendere la corriera che mi portava al liceo quando, con la scodella di orzobimbo ancora in mano, rimasi ipnotizzato di fronte ad un’anomalia nella programmazione di Videomusic. Ovvero la salvezza, a volte, giunge per caso.


Lost vinyls



Orb: La mia religione mi vieta i film di più di due ore, i libri di più di 120 pagine e le canzoni di più di 4 minuti. Ma tant’è, non sono mai stato un buon praticante.

♫ Sono inoltre affetto da un disturbo immunitario per il quale devo assolutamente possedere ogni album recensito con almeno tre stellette. Questo spiega perché io abbia comprato il disco degli Hypnotone appena pubblicato, nonché molte moltissime ciofeche.

Botany 5: non se li ricorda nessuno, non si sa nulla di loro, e considerate che perfino Lena Biolcati ha una pagina su Wikipedia. In un negozietto di Atene che non accettava carte di credito (Exarchia, obviously) mi capitò un loro 33 giri tra le mani. Certo che nessun essere umano mi avrebbe preceduto, tornai quest’anno sul luogo dell’apparizione per assodare che, tra i tanti sogni, l’urto implacabile della crisi aveva spazzato via anche anche il mio negozietto.




Thanx to the Acid House blog for the inspiration.



Friday, July 16, 2010

Go East




Cari amici dalle mansioni creative quali cambiare il tappetino del mouse una volta l’anno, ecco gli aggiornamenti professionali che aspettavate dal Belguglielmo: ha risolto un inestricabile dilemma geopolitico (soluzione: tagliare il Belgio lungo le tre linee tratteggiate e darlo in gestione alle tre sorelle Carlucci) dopodiché ha velocemente tentato di invadere la Pologna. Non è andata come previsto, tipo ehi ora prendo il treno, arrivo a Sčħłwãržĵwwŏskŧwůova, mangio due bocconi coi locali, sbrigo il mio lavoro, riparto per il mondo felice in sella a un rutto di vodka.
Innanzitutto in Pologna il treno lo prendono solo i Polognesi e i diplomati dell’apposito corso che si tenne nel 1976-77 alla Lubjanka. Al turista trovare il binario esatto richiede lo sforzo intellettuale che altri spendono per la candidatura al MIT, e questo per trascorrere tre ore in compagnia di viaggiatori privi di vocali e muscoli facciali. Giunto all’insediamento della disperazione, invece! Sopresa! Patrimonio dell’Unesco! I patrimoni dell’Unesco sono un prodotto globalizzato, come la coca light e i pifferai peruviani: Bruges, Dubrovnik, Québec, tutte città carucce carucce fatte solo di casette del presepio abitate dai mimi delle Ramblas. Tutto è storicamente unicamente bellissimo e bellissimamente storicamente unico, come non mancano di ricordarmi le guide locali ogni volta che lo sguardo cade su qualsiasi ciotolo. No non lo compro. Neanche se cambia colore.
La riunione procede intervallata da turismo forzato (Bellissimo! Storicissimo! Unicissimo!) e mi convinco che foss’il sindaco avrei già barattato una dozzina di palazzi stucchi&capitelli per la troika di base H&M–FNAC–Starbucks. I Polognesi stanno male se non ti vedono con qualcosa di loro in bocca e si premurano che ciò venga mai a mancare, il che sarebbe apprezzabile se non si limitasse al cibo. Alla trallallesima vodka una parte dei convitati intensifica il networking. Il networking include l’esecuzione quadrofonica del repertororio folk paleoslavo mentre la collega Wacca Baltica si esibisce in una lap-dance con lo scorrimano del pulman e limona duro con la collega della Repubblica Sčhanka. Questo limone è stato possile grazie al contributo della Commissione europea.
In un soprassalto di orgoglio dovuto al compleanno che cade in terra straniera, Belguglielmo sequestra una selezione di colleghi portoghesi, francesi, spagnoli e polacchi che obbligherà a bere e ballare finché la Madonna di Częstochowa non telefonerà chiedendo di smettere. Al Moskwa ci riforniamo di birre a poco prezzo e musica ad alto urto sgomitando tra buzzurroski e zoccolove. Il buzzurroski accompagna la danza di un tubero con l’espressione di un tubero. La zoccolova espone tre piani di organi compatti e ineguagliabili shakerando ad ogni ancata gli ormoni della perfezione. La birra agevola il deposito del mio trentaquattresimo anno nel suo alveo naturale, è andato tutto bene anche questa volta, non fa male, alza le braccia, alza il volume, dobra.


Saturday, July 03, 2010

Casual Friday

Con Goffredo la tappa obbligata è il Belgica con la lobby dell’infradito. Belguglielmo ti presento Giantumino Gianrobiola Giangagauzo e già accoppo la remota possibilità di una conversazione con inequivocabili sbadigli strappamascella. Sia ben chiaro: ho trentafuffola anni ed apprendere a corpo scevro d’alcool le mansioni di un tatuaggio tribale al sottosegretariato per le babbucce piuttosto che la destinazione delle sue vacanze pornoetniche non farà di me un intelletto migliore, tantomeno se la sua gittata d’attenzione segue il movimento di indistinte canotte alle mie spalle. Il mio contributo al tasso di impiego già sottrae troppo tempo alle amicizie consolidate perché io consumi lo stato di veglia con portatori smanicati di bevande fosforescenti. Io le ho consociute le vette del sorseggio, e nessuna prevede contaminazioni mentolate. Piuttosto Black Russian, per partenze solide. Orange Blossom con Brandy, per esiti viscosi. Poi sono caduto in una cisterna di birra ad agevolazione linguistica. Ook een pintje alstublief. Allora questo è Giangorgoglio che lavora per il borgomastro di Brainlenœud – no grazie io troppo sobrio io bisogno di ballare io voglio la pillola rossa e la pillola blu.




♫ Mi è sempre stata sulle balle la Chloé, con il suo ditino alzato a ritmare impassibile gli elogi dei puristi, ma quant’è precisa ma quantè pulita. Distant, paradossalmente, accorcia le distanze con la pista da ballo per muscoli e cervelli.
♫ Beat spaccatimpani su precetti declamati. “Non andrai nel bosco col migliore amico del tuo ragazzo per farti di droghe e piantargli le corna”. Dan le Sac la nostra guida.
♫ Strafatti di poppers e glitter, Curry & Coco irrompono in pista strappando tutte le camicie. Finiranno agonizzanti nel retro di una dark room.
♫ Apoteosi discoglamour, il mezzo plagio a Rubberband girl è presto perdonato e mi ritrovo a sbraitare Grandi occhiali, grandissimi!
Kele potrebbe recitare il bollettino dei naviganti che la nostra adorazione incondizionata non verrebbe meno. Ora ha barattato la Festa di quartiere per i guantoni da boxe. Adorazione incondizionata reloaded.



♫ Tradizionalmente l’erotismo è competenza della black music possente, compresa nella forbice soul / funk. Ali Love compie il miracolo innestando colonie di ormoni sulla membrana dell’italo disco.
Alizée si sbarazza di Mylène Farmer per affidare ai Chateau Marmont la metamorfosi da lolita a femmina cantante. Si tradisce al primo “uh”. Alizée, noi ansimiamo con te.
♫ Tutto mi aspettavo tranne che i divini Saint Etienne ritrovassero nuova gloria via blogosfera minorenne. Potere dei riflussi eighties.
♫ Esauritosi lo tsunami italo del 2009, il saccheggio del decennio glorioso assume le slavate sembianze dei fondi di magazzino. Trafficando sull’intro di Big in Japan, il ponte onirico di I’m Not In Love ed altri scarti micronostalgici, i Washed Out e i loro intercambiabili compari brevettano i parametri della chillwave per diffondere banchi d’afa nei nostri stereo.
♫ Notti d’estate, sigarette in segreto sul terrazzo, scrutare ipotesi di costellazioni coll’animo sintonizzato sul primo amore, fondale di grilli in consonanza. I sedici anni, ecco cosa ho perso.

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Thursday, July 01, 2010

Awesome! Summer! Mixtape!



Cari amici la cui unica distrazione sta nello sbirciare il giornale gratuito in mano al vicino sulla metropolitana, il benefattore dell’umanità in decadenza ha selezionato per voi le perle musicali che accompagneranno le vostre lavatrici domenicali ed altre eccitanti occupazioni della cui descrizione faccio volentieri a meno.

Sognando: l’attacco ideale per la canzone ideale, l’album ideale o la compilation ideale. “Uscirai con me?” La risposta è sono già sotto casa tua.

♫ Il power pop è come la torta della nonna, ricetta rodata e piacere assicurato. I Gold Motel spolverano Marshall Crenshaw sulle Bangles mantecate, e noi ne prendiamo ancora una fetta.

♫ Lasciati i Louise Attaque ad accumulare cenere di gauloise sui dolcevita neri in un caffè di Saint-Germain-de-Prés, Gaetano può finalmente provare al mondo che il rock francese non è solo appannaggio di sorboniani cornuti o commedie musicali per eunuchi da stadio. Canzone del semestre.

♫ La voce di Baldassarre percorre le tonalità dell’esuberanza postpuberale, e quello che fa con un microfono già ci basta.

Titus Andronicus: Chiudete la porta! Chiamate aiuto! Chi li ha fatti entrare? Stanno sporcando ovunque!

L’Amore è Tutto, ovvero gli effetti della sovraesposizione agli Altered Images.

Giorno dopo Giorno: i gruppi con la dieresi sono una garanzia (infatti Tiësto non è un gruppo), come d’altronde la devozione manifesta per Echo & the Bunnymen.

Abbiamo la Band! Abbiamo il beat! Abbiamo il video! Abbiamo la canzone! E ti credo, l’hanno fotocopiata da Timo Maas.
♫ Solo le scarrozzate in Arizona e le camporelle nei campi di mais producono pischelli americani doc in grado di colmare il bisogno primario e ciclico della ballatona radiofonica perfetta, Jessie, The way it is, 74-75. Qualcuno ricorda i Connels per qualcos’altro? Ecco cari amici Systems Officer, ora potete tornare al college.
♫ La Martina mi era caduta nella cartella “aprire tra molto molto tempo”, perché io diffido sempre delle gemmazioni. Perdonami Martina. E dammi la stessa cosa che hai preso tu.


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Wednesday, June 09, 2010

Sabato sera va bene (per le risse)



Noia – festa – sudore è la formula di un sabato sera. Sudore – festa – noia è la formula di sabato scorso.
La parte del sudore: Bruxelles è come la verdura congelata, la metti al caldo e subito puzza. Tradito dai trasporti pubblici e tempestato di essemmesse, muoviti, dove sei, siamo in centro, ora qui, ora là, faccia tosta e tonda, Belgugliemo giunge a destinazione come appena uscito da una sauna finlandese senza aver goduto né di sauna né di finlandese. Il London Calling è il nuovo bar d’Ixelles che osa rompere la tirannia monoestetica di Frédéric Nicolay, colui che ha convinto i brussellesi che fa fico bere la Vedett in una stanza di legno con lampadine smerigliate. Indizi che ci troviamo in un nuovo locale: uno, c’è più gente dietro al bancone che davanti, due, non hanno finito di verniciarlo, tre, attenzione si inciampa nei cavi scoperti. Annunciato da una nuvola di sudore raggiungo gli amici al trespolo. Il fatto è che uscire con l’Italia-nel-Mondo polverizza il tranquillo anonimato di un’uscita tra amici. Prima di dotarsi di uno spazio culturale, l’amico attirava campionari di scandinave “ciao io bacio col succhio”. Ora è un pellegrinaggio italico di “scrivo ricette in dialetto carsico”, “scatto polaroid alle cabine del telefono”, “scolpisco madonne nel guano”. Tempo due sorsi di birra due e l’Italia-nel-Mondo dà udienza ad un esponente dell’Anonima Espatriati scambiandosi i fusilli che escono loro dalle tasche. Nel frattempo la vicina di bancone in età da corso di découpage indaga sulla bevanda dell’amica Black Mondella e si fa iniziare al mohito postmatrimoniale. Mentre al terzo mohito la neodivorziata riscopre l’ascendente delle ovaie sulle nuove generazioni, noi ci liberiamo dal cumulo di fusilli.
La parte della festa: giunti a destinazione prendiamo atto che circolano gravi equivoci sul significato della parola festa. In particolare è importante rilevare che se la musica e l’acohol sono elementi essenziali, non è vera festa se questi si trovano concentrati tutti nella testa del festeggiato mentre gli invitati, anziché annoiarsi da soli a casa loro, si annoiano tutti assieme a casa sua. L’Italia-nel-Mondo, va da sé, trova subito con chi palleggiarsi mozzarelle di bufala.
La parte della noia: deejay A, e A sta per Angoscia, ci attende fosco ad una serata poco lontano. Due scene, *dentro*, c’è dj set figo e spaccone, c’è il bar, c’è la gente che balla e le casse che vibrano; *fuori*, c’è l’arietta fresca, l’erbetta verde, una musichetta house pisciaiola, manca solo l’infermiera con il vassoio delle pillole. Fuori, manco a dirlo, incontriamo deejay A, e A sta per Ambascia, che decanta la perfezione tecnica raggiunta dai due dj esterni grazie alla castrazione chimica ed una generosa lobotomia, mentre Belguglielmo si catapulta *dentro* dove, anziché applaudire catatonico al passaggio del mix, l’essere umano esplora la flessibilità dei corpi.
Va da sé che un’autostrada imboccata contromano non porta lontano, e nel giro di poche birre soccombiamo tutti all’implosione del sabato inverso. Sabato prossimo, giuro, non sudero’ cosi’ presto.

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Friday, March 26, 2010

Il duemilaedieci, almeno finora



Rieccomi, scusate l’assenza, ho avuto un po’ da fare con coristi vaticani, senatori calabresi e compilations varie. La nuova, ascoltala qui.
Il Balletto: Incrocio tra Hidden Cameras ispirati e A-Ha afoni. Cantano “all the boys in Chelsea know my face ’cause I’m the fool on the disco floor”, applausi prego.

Consigliato: nel parco, per fare gli sgambetti ai bambini in prossimità di pozzanghere

Va Bene Vai: Tra un calendario di suore nudiste e il video di un cucciolotto di koala ritardato, i redattori di Repubblica Online hanno scovato anche il videoclip! col megadomino!, che quindi ora conoscono perfino i feticisti di suore e koala. Nulla toglie a questo capolavoro pop dal respiro enfatico.

Consigliato: per marciare sul panettiere alle luci dell’alba

Hockey: sbarbatelli. Hanno capito tutto. E noi abbiamo già l’inno del duemilaedieci.

Consigliato: per sculettare come Springsteen con la bandana in testa facendo l’occhiolino alle liceali

Dolci Serenate: due boscaioli barbuti scolpiscono il migliore album rock da un bel pezzo a questa parte.

Consigliato: gonfiando il petto durante la prova camicia, rigorosamente a quadratoni.

Langhorne Slim: falso falsissimo, riproduce i canoni del pre-war folk e dell’Americana più scolastici per fare il ruffiano con quelli di Pitchfork. In realtà nell’Ipod ci tiene Lady Gaga.

Consigliato: per l’hangover dopo la serata boots

Musica Vai Musica: ci vuole un bel coraggio rifare gli Abba con cosí tanto ossequio senza essere né svédesi né travestiti.

Consigliato: durante la prova parrucca

Grida Forte: Per l’album precedente avevo addirittura fatto un po’ di spazio sul mio tempietto davanti al quale ogni mattina ringrazio gli Aztec Camera di esistere. Per questo tutt’al più farò posto nella scarpiera.

Consigliato: con le crèpes, mi raccomando, allo sciroppo di Liegi



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Saturday, January 23, 2010

I'm so hard, I'm so boiled



Quel giorno, risvegliandomi, il mio infallibile istinto mi disse che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Chi mi aveva steso nella vasca da bagno ? Chi l’aveva riempita di Jack Daniels ? Chi mi aveva verniciato i genitali ? Perlustravo mentalmente ciò che la memoria recente aveva registrato, eppure non ricordavo altro se non l’ennesima telefonata con minaccia di sfratto. E due o tre colpi a salve per allontanare i marmocchi chiassosi dal campo giochi qui sotto. E una dozzina di signorine conosciute al porto che ho gentilmente ospitato per cena. Nessuna tecnicamente signorina. Non c’era tempo da perdere. Uscíi dalla vasca, recuperai i vestiti dalle pale del ventilatore e diedi appuntamento ad Agnese.

...

Il cameriere si avvicinò con fare sospetto, i suoi occhi guizzavano scrutando forse la penombra, forse la scollatura di Agnese.
- Che vi servo?
- Il solito. Con meno ghiaccio e più candeggina.
- Per la signorina?
- Un bicchier d’acqua. Con un vassoietto. E una banconota da mille lire ben arrotolata.

Agnese si sbottonò ulteriormente, estrasse una pipetta e aspirò due boccate di crack.
- Belguglielmo, che succede? Perché mi hai portato qui nel cuore della notte? Perché i camerieri sono tutti nudi?
- Agnese devi aiutarmi. Mi vogliono far fuori. Tu sai chi.
- La tua è un’ossessione. Devi smettere di dare la caccia ai Guetta.
- Agnese, non capisci? Prima i Black Eyed Peas, poi la Kelly Rowland, tra poco Madonna. Si stanno impadronendo del mondo. Prenderanno anche te prima o poi.
- Belgu, ammettilo, I’ve got a feeling è irresistibile.
- Ma! Ma! Agnese! Parliamo di quella baguette bollita che ha sputtanato Ibiza! E quattro carciofoni che reppano sui remix della Bamba!
- E’ come il calimocho. Vino pessimo, cola sgasata, ma la mistura ha il suo perché.
- Agnese devi aiutarmi. Tu hai connessioni. Tu e Cathy avete lo stesso gommista, si vede dalle labbra.
- Scordatelo, è un suicidio. Cristo che caldo qua dentro. Mi si sciolgono le mutandine di zucchero.
- Agnese, tu mi lusinghi.
- Non crederti in gioco. Sto aspettando Luigi l’idraulico. Lo scolo del mio lavandino è intasato di quaglie.
- Ma è la quarta volta questa settimana, perché non fai rifare gli impianti? O non cucini capponi?
- Tu non capisci. Le ho spinte giù io apposta. Come stura lui non stura nessuno.
- Dovresti smettere di sniffare smalto da unghie.
- Tu dovresti smettere di verniciarti i genitali.
- E tu come lo sai?
- Ti ho visto su youtube. E c’è un fan club su facebook. C’è pure un articolo di Elmar Burchia.
- Agnese, lo vedi che ho bisogno di aiuto.
- Ad una condizione. Mi sposi. E passi il tuo cognome ai miei figli.
- Ma ne hai fatti dodici! E assomigliano tutti al biondino degli Abba!
- Non me ne parlare, quel bastardo. Non li vuole riconoscere finché non avranno i baffi.

Il clima nel locale si era fatto torrido, e Agnese non smetteva di infilarsi i ghiaccioli nella scollatura. La musica rimbombava dalle casse, percuoteva i miei timpani e mi intorpidiva i neuroni. Qualcuno mi aveva messo del sonnifero nel cocktail. Mentre lottavo strenuamente contro il sonno che mi assaliva, riconobbi il famigerato attacco. I’ve got a feeling – whooo whoo. Maledetti. Agnese era già sul tavolo e si contorceva voluttuosamente. I’ve got a feeling – whoo whoo. Fu quando sentíi il reggiseno di Agnese piovermi sulla faccia che persi definitivamente i sensi.







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Saturday, January 09, 2010

Il classificone di fine anno!



10. Il risveglione
Io capito accanto alla vergine dei sospiri. Per caso c’è del pane, chiedo. No perché se ne avanza sempre, sospira. Spero che oggi non vi avanzi l’acqua allora. Poi adotto la tecnica infallibile di parlare per ore senza interruzione, è l’unico modo per assicurarmi considerazioni interessanti e ridere alle battute, le mie. Sai quella volta che in Erasmus non sapevo come si dice sacco a pelo e allora – ooooh già mezzanotte, buon anno a tutti eh! Ora è tempo di classifiche.

9. I buoni propositi per l’anno che viene
Fondare una corale dislessica; camminare solo sulle mattonelle dispari; collezionare malattie veneree di cui almeno un paio tropicali; invecchiare gli oggetti col pensiero; ammaestrare veline nane; scaricare illegalmente gli inni nazionali degli stati canaglia; assumere sostanze che cambiano il colore dei peli; istigare i calciatori al suicidio, non hanno nessuna scusa di esistere; ottenere un lavoro redditizio e socialmente rispettato (esclusa la prostituzione dei piedi) che consista nel partecipare a brindisi e mobbizzare i collaboratori, è ora di finirla con questo muro di discriminazione che mi ostacola. Voi non sapete quanto sia difficile essere maschio, bianco e di classe media.

8. La casa protetta
- Padre, stasera vado in vita.
- Attento figliolo, lo vedi questo quadrante luminoso? Ora lo accendo.
- Padre, guarda, i fari dell’Avila nel nostro giardino! Ma senza le cubiste!
- No. E’ il nuovo antifurto. I fari smaterializzano le creature che rasentano il muro.
- E come faccio quando rientro?
- Ora ti spiego. Prima premi A7N28 per ritrarre gli acumi in titanio. Poi 45GJK per bloccare la pioggia di antrace. Ecco vedi basta comporre le date di nascita delle tue prozie ugonotte per priosciugare il fossato acido. Ora ti spiego come azionare le botole.
- Padre sono in ritardo, buona serata!


...
- Glin-glon!
- Yaaawn, sììì?
- Padre, sono caduto nella botola, aprimi!
- Mmmfh. Parola d’ordine?
- Che ne so, FIAT LUX! DOMINATRIX! EXCELSIS DEI!
- Naa. Yahhwncora una possibilità.
- Padre blblblb l’acqua sta salendblblb- PAX LUSTRI! LAME ROTANTIBUS!
- Mi spiace figliolo, dovrai aspettare l’alba. Buonanyaaaawn...
- Blblbma blblbpadre! blblble pareti! si stringonblblblb
- *Click*

7. Le chiappe del culturista
Ma anche dita storte dei piedi, pisello atletico, nonne con la gonna di pelle, belen rodiguez che piscia, bonaccorti in mutande, e pure bonaccorti video superscosciata. È sempre una soddisfazione tenersi al corrente delle chiavi di ricerca che conducono a questo blog. E sapere che gli italiani si tengono informati su sculture inuit col dugongo, crepe nei muri interpretazione psicologica, la classifica dei meneito, hai ragione tu ma, dobermann orbo. Sono solo molto in pensiero per chi ha cercato doberman orbo. Spero non sia entrato in contatto con quello che cercava ho scopato il mio cane forum.
Menzione speciale all’utente in cerca di inmagini secx di merily morro. Mandacele, ti prego.

6. il compleanno di Playmobil
L’Italia nel Mondo – Pronto, sei già sveglio?
Belguglielmo – Sí, giusto in tempo prima che mi chiuda il tabaccaio.
I - Ieri non ti ho più visto.
B - Uh. Io ti ho visto biascicare insulti davanti ai gabinetti delle donne.
I - Non ricordo. Però ti hanno visto collassare sul bancone
B - Non ricordo. Però ti hanno visto gettare birra in faccia alla dj.
I - Non ricordo. Tu come sei tornato.
B - Non ricordo. Il marciapiede ondulava. E tu.
I - Non ricordo. Mi sono teletrasportato nel letto.
B - Bella festa eh.
I - Eh già.

Se anche tu vuoi riprodurre la serata a casa tua, raggruppa un po’ di sfattume peloso e pogaci assieme al ritmo dei balcani!


Avvertenza: questa compilation è stata testata su Mrs.B ed ora non dà più segni di vita.

5. L’anniversaire de Monsieur Sy
Ovvero viva i troppi dj - e senza l’anima di cera! Inverno duemilaenove, in qualche grossa ex capitale lungo il Po, Monsieur Sy viene posseduto dallo spirito di Nick Hornby posseduto dallo spirito di Bukowski e raduna per i suoi trentanni le sue ex, passate e future, e le fa ballare tutte assieme con turpe e biasimevole compiacimento. Certa gente non ha scrupoli. Un po’ davanti e un po’ dietro al bancone imparo che: 1. i cantanti barocchi non regggono l’alcool. 2. i remix degli Aeroplane fanno scattare il trenino. 3. anche i più integri si scatenano su Mylène Farmer. Nella passeggiata di ritorno, un conducente compassionevole mi chiede se sto bene. Accanto a lui, il suo gemello vestito uguale su una macchina uguale fermo ad un semaforo uguale. Città satanica.

4. Le mariage de Monsieur O
Ah ma non era un fake? Quindi domenica mi devo veramente svegliare prima del tramonto? Cosí mi son svegliato prima del tramonto e ben prima di tutte le sinapsi utili alla conversazione in occasioni pubbliche con gente dignitosa. Ho concentrato l’attenzione sulla grazia che proveniva dalla sposa, appena emersa da un ritratto di Jean-Jacques Henner. (io, sottovoce:) Bella eh? Sua parente? Io amico. Che dice, mi stanno larghi eh? E’ che stamattina non trovavo la cintura. Non è che possa ricordarmi di tutti i posti in cui mi levo la – (parente, alta voce:) Viva gli sposiiii!
Direzione cascinetta in Vallonía. La cascinetta si rivela una magione patronale del ‘600 a capo di vari fianchi di varie colline. Per il numero di invitati, diciamo, ecco, prendete il Lussemburgo e lo versate in Belgio. Gli invitati comprendevano il piacevole grumo torinese nonché tutte le minoranze e i popoli perseguitati dagli Urali all’Indocina, sparsi lungo il giardino, chi leggiadramente steso, chi ritto a conversare, chi scorrazzante, ma tutti sommersi di pietanze. Il sole obliquo, i sorrisi diffusi e la cortesia degli sposi hanno composto un presepio pagano di minuziosa perfezione. La magia si è tangibilmente addensata quando, accanto al montone rotante sul fuoco, una flautista ha intonato Sus pe culmea dealului.
Herr und Frau giungono su una Jaguar con guida a destra, un Edward & Wally Simpson nel paese delle meraviglie spettinabili. Il Corrispondente dell’ordine biondo gestisce l’usuale eleganza bilingue, foss’anche in coma etilico non si bagnerebbe le scarpe. L’Attizzorio converte poco a poco il suo carico di forbito sussiego in abbrivio libidinoso, all’apice della foia si accoppierà con un cono segnaletico. Tutti danziamo goffi le gavotte e i girotondi, incuranti della bambina di Shining che tricicla sulla pista, finché allo scoccare della fine, da una bolla di luce emerge, divino, il fratello della sposa. Nessuno più ballerà Toxic come prima. E grazie agli sposi per l’irripetibile esperienza.

3. Il trenntennale
Ovvero i Paesi Baschi featuring Discogianna featuring Belgoman che affittano la barca dell’amore, la decorano con 45 giri d’epoca, si cospargono di paillettes e gioia di vivere e ne regalano ai festanti. Noi si contribuisce partecipando al filmato sorpresa a celebrazione della Discogianna e producendo le spillette con l’effigie manga dei Paesi Baschi. Presenziano tutti i colleghi dell’YMCA, l’Europa è degnamente rappresentata dall’Albania alla Flamandia, ci sono pure il Bonzo & Playmobil, insomma tutti tranni l’Italia nel Mondo causa i probabili rischi che andavano dall’evirazione all’avvelenamento. La musica accelera e decelera in ritmo e qualità, sbarcano le Erinni e la pornobarba di Sesamo mentre l’Inviato dal paese dei biondi perde il proverbiale aplomb accoppiandosi con l’Überfemmina direttamente sulla pista.
All’uscita l’incontro che nessuno vorrebbe mai esperire né alle 4 del mattino né mai: un ventenne irlandese con parrucca in testa e caraffa di sangria in mano, ma potrebbe essere il contrario, che per dispetto abita proprio nella nostra direzione. Io e la Divapuglia affrontiamo la tortura del paddy che intona gli A-Ha a squarciagola col tassista, mentre i Paesi Baschi già sognano di un mondo incantato tutto pieno di kappa.

2. Le mie compilations
La fine dell’anno è un’ottima occasione per risparmiare energia, con i bloggaroli furiosamente impegnati a selezionare, compilare e dare voti a tutt’una serie di dischi che non mi sarei mai sognato di ascoltare a meno di non aver spalmato per sbaglio del bostik sulle mie cuffie. Cosí, grattando qua e la per la rete, le riviste ed il mio disco duro, ecco che si spreme il succo dell’anno che si chiude.

♫ Innanzitutto, e di nuovo, il Giuliano Casabianca, il cui album tanto decantato in realtà aveva giusto due pezzi buoni, di cui uno suonava come gli Human League col trucco e l’altro come Polnareff. Il meglio lo ha invece riservato per tre pezzi in esclusiva su Itunes, tra cui questa bella canzonetta natalizia.
♫ Se siete dei fan di rockabilly e doo-wop, nella sfiga vi va anche bene perché con internet al giorno d’oggi anche voi potrete avere degli amici. In più ora avete anche un’icona musicale, con la credibilità indie degli Stray Cats e la giuggiolaggine della Aguilera versione Candyman (quella del video coi marines. Poi ha vinto Obama. Poi è arrivata Lady Gaga. Bye-bye Xtina). Bottiglie è l’unico pezzo dell’album che non sembra il geghegé.
Moneybrother: le canzonette migliori, si sa, le fanno in Svezia, e qua c’è del gran cru, soul-pop anniottantissimo nella migliore tradizione Dexys Midnight Runners / Haircut 100 / Danny Wilson. Io mi commuovo.
♫ Ogni maschio intelligente sa che deve assomigliare a Etienne Daho, tanto più che l’alternativa è venuta a mancare (Jacno RIP). Gli Young Michelin non solo lo sanno, ci riescono pure.
♫ Gli Animali Super Pelosi sono tornati e stanno tutti sul tram della felicità. Che però suona paro paro come l’ingegneria genetica degli OMD. Evviva entrambi.
♫ Malgrado vengano da Clermont-Ferrant, i Mustang sono la nuova hype, acclamati universalmente (cioè in Francia) come i discepoli di Elvis. Non è vero, loro sono invece i Suicide che rifanno Roy Orbison. E per piacere, fatevi tradurre il testo di Le pantalon, ne vale la pena.


l. Il duemilaenove, il mio
e la mia storia, le mie scarpe, i miei capelli, i concerti, le feste, gli amici, le cene, i viaggi, la Cina, insomma non è mica finito nulla. Piuttosto si ricomincia più forte.


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