Chi?

Sunday, December 06, 2009

This year so far - II



Amici che da quando hanno chiuso il Festivalbar ascoltate solo la suoneria della rana pazza, niente panico, c’è chi si diverte per voi e vi aggiorna su cosa succede nelle orecchie delle persone civili.

♫ Noi ai Flunk gli si è ancora grati da anni per la magnificente cover di Blue Monday, che per me potevano anche chiuder lí e godersi una meritata pensione a fare il bagno nei fiordi. Invece riemergono con regolarità, e stavolta Anja sfringuella con tale brio voluttuoso che non si capisce se ha appena scoperto la nutella degli dei o se ha un nuovo moroso o le due cose insieme ed assunte contemporaneamente. Che se io fossi il suo moroso a sentirla cantare cosí mi sentirei piuttosto fiero.
Soffrendo, ovvero incrociando Grease all’underground newyorkese featuring padre Devendra dopo aver visto troppi porno.
♫ Canzone dell’anno! Le Ragazze! Venite a saltare sul mio materasso! Ora!
♫ I Raveonettes fanno colare pop da inebriarsene e sbracciare per la gioia, tra i Primitives dell’88 e il paradiso delle big babol. Album dell’anno.
♫ Il Reverendo combina Charlatans e Kula Shaker, fuori tempo massimo. E che importa, già che mi regala lo stesso fremito di quando esploravo il britpop nei miei quindicianni.
Annie, stai buona. Lo sai che ti amo. I polsi stringono? Ma te li ho già allentati. Ancora un po’ d’acqua? Ti piace questa maglietta? Non sento, mugola più forte. Vuoi che ti tolga lo scotch. Canta per me Annie, ancora. Ancora.
Alphabeat: sí avete sentito bene, sono gli stessi di 10.000 nights of thunder, il pezzo pop del decennio. Solo che han passato troppo tempo nelle saune con la filodiffusione ed ora si credono Kate Ryan o Holly Valance, a seconda del sesso.
♫ I Pettegolezzo si sentono pure in metropolitana. Oh che grossa oh che trasgressiva oh che brava, è il sillogismo che porterà il loro disco sotto l’albero al posto del concerto di Natale di Céline Dion. Finché non apriranno la cerniera sulla schiena di Beth Ditto e ne usciranno le Tatù.
Un Posto per Seppellire Estranei: c’era la cospirazione di tutti i Pitchfork del web ad annunciare quanto so’ffichi gli XX che poi quando l’album è uscito non era altro che un’onesta riedizione degli Young Marble Giants. Se fake new wave dev’essere, allora mi porto dietro questi fanatici di Andrew Aldritch che almeno andiamo a ballare e li guardo spaccarsi i bicchieri in testa.


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