Chi?

Tuesday, September 14, 2010

Karmacoma





Hallo fruttolino, ti ho rakkontare ti amika sfortunata ke skopre matre a letto con pastore tetesco, esordisce Ulrica preoccupata di lenire un animo inquieto quando non sta mixando gli extended play di Romina Power. Lodevole ma vano esercizio, perché Belguglielmo sa quel che gli serve, soprattutto quando a mezzanotte l’orologio fa din-don.

Sí perché, caro amico in blocco emotivo da quando il tuo avversario alla partita di scacchi iniziata nell’84 è deceduto per logorio, Belguglielmo si è dato al posto tuo agli sport estremi uscendo per una settimana ogni sera di seguito e, contro ogni legge fisica e morale, ne è sopravvissuto. Ce n’era bisogno? No, amica educatrice solidale che imbocchi semolini ai fratelli meno fortunati mentre ti osservano le tette illibate, e sia lodato il tuo lavoro sottopagato da una cooperativa vaticana per salvaguardarci dai costi e dai benefici del socialismo scandinavo. E’ che sono un seguace del superfluo, oltre gli ostacoli, per tutti gli uomini liberi. Converrai anche tu, il Natale senza consumismo è solo un giorno con la messa più lunga.

Mio ciliecino, sai ti amika triste con tre tette ke è stata tratita ta marito infetele con tre testikoli, prosegue Ulrica, per nulla convinta della mia teoria su come spendere i punti karma accumulati in eccesso. Allora tocca spiegare gli antefatti, di amico Vale in coma amoroso e io che lo distrarrò con saliscendi in bici per Bruxelles. Frugamento nel cassetto delle chiavi – porta cortile, ingresso ufficio, diario scuola media, manette – ma nessuna traccia di chiavi del garage. E allora pronto signora candida vecchina imperatrice dei garages, ha mica una chiave di riserva, Certo Belgugliemino caro, e tu daresti una mano quel sabato d’agosto alla mia associazione di candide vecchine? Sebbene abbia evacuato tempo addietro la mia dimensione spirituale con una dose abbondante di fave di fuca, ho ancora riflussi di dignità umana. “Lei che è giovane e forte”, mi accolgono le Vecchine Candide & Co – Belguglielmo risulterebbe giovane e forte solo a fianco di un ospizio terminale, e si dà il caso che Belguglielmo si trovi esattamente lì – “lei che è giovane e forte spingerà Madame Quintale”. Sotto il sole d’agosto. In collina. Sui cubetti di porfido. Bongiorno signorhh (asma) “attenzione giovanotto, non mi pare forzuto” (pragmatismo dei sovrappeso). Con scatto felino ed abile mossa, Belguglielmo si tramuta in Sisifo e riconsidera la rupe Tarpea.

Gruvierino mio, ti ho rakkontare amika infelice riputiata ta patre guartiaboski e rimanere incinta ti stambekko alpino, riprende Ulrica che a volte dimentica sia i fondamenti del dialogo che del conforto. Ora lasciami parlare.


Grazie al carico di karma e agli esercizi spirituali (esco dal mio corpo per farci stare più birra), attacco il programma, prima serata: Dansez-vous Français. E allora corri ragazzo laggiù, al Metro Valdi che stenta a contenere gli afflussi alla festa veterotrash. Divapuglia, la mia barba ed io siamo un trio all’erta e pieni di brio, ma la compressione dei corpi rasenta l’effetto strage.

Rinunciando a proiezioni neorealiste e massaggi di robiola, l’Italia-nel-Mondo porta il dream team alla Jeunesse en fête, il festival al parco di Uccle calpestato dalle scarpe ballerine delle altissime figlie ricche e i polpacci biondi degli altissimi figli ricchi. Concerto gustoso dei francesi Curry & Coco, seguito da un onesto esercizio degli Sharko, arriverà il giorno in cui ’sti giovani belgi si disnibiranno dal complesso dei Deus. Ma il team non soccomberà ad Uccle, e splendido splendido nel cielo va, raggiungendo la piazza San Bonifacio. I suolo è ricoperto di tappeto erboso e cannucce di plastica per il Brüxsel Jardin Open Air, con (inaspettatamente ottimo) dj set finale di Lady Jane, una che generalmente, piuttosto che far ballare qualcuno, passa i lati B al contrario spuntandoci la birra sopra. Chi porta zainetti, chi tiene bottiglie, chi lattine di pils, mentre dj A (A sta per Agonia), lui, giunge alla festa con un romanzo macedone in mano. Dj A (A sta per Ansia) è quello che mixa a 110 bpm e abbassa la temperatura della stanza col respiro.

Poi c’è l’altro venerdì dove, per digerire l’hamburger di les Super Filles du Tram, Belguglielmo solitario nella notte va al Pilgrimage Party, sabba dark brussellese che si riunisce randomly allo Steel Gate. Attorno ad un soundsystem irritualmente docile danzano i glauchi poseurs della provincia gotica e prototipi difettosi di Alec Empire, accomunati da pettinature tenute ad ampia distanza dal concetto di decoro. Quando suona Closer dei Nine Inch Nails, la commozione è d'obbligo.
Sabato recupero Divapuglia, inspiegabilmente atterrata al Botanique per il Saint-Jazz-ten-Noode festival in compagnia di Ken-Principe-di-Fiandre e Ken-Lustrami-la-Lupara, e si riparte. Direzione Biberium, raggiunti da Playmobil e Mobilplay alla serata Bitchy Butch, tra indiequeer e camioniste in salopette. Nel pubblico piacevolmente lurido, i sosia di Lou Doillon, Julian Casablanca e Kurt Cobain, e quando parte Smells like teen spirit nessuno trattiene i piedi al suolo. Poi la notte è fulva, now I wanna be your dog, il sole sorge a tradimento, e a tradimento piomba il sonno mentre il bus prosegue la corsa. Perso in un villaggio svizzero, cerco la via del ritorno, il viso e la camicia fradici, non sono lacrime ma piogge del mattino. Varco la soglia del silenzio domestico ritmato dai timpani in furore. Perché in fondo, Belguglielmo, ha due grammi di felicità chiusi dentro l’anima e al mondo vuol sorridere.

Nella foto, Belguglielmo e il suo maestro producono aroma di patchouli durante un esercizio spirituale del terzo livello

pic from http://blog.q-taro.com/archives/pics/2006/12/daigokin-thumb.jpg



Monday, September 06, 2010

Horror head




Cari amici in attesa del premio carriera che vi doterà di walkie-talkie in gomma profumata, lasciate che vi spieghi uno dei benefici dell’avere un superiore femmina, anche perché gli altri mi sfuggono da almeno un paio d’anni.

La business woman sa che la cifra del successo come donna e come femmina è una linea sottile tra dedizione professionale, misurata malizia e cieca fede nelle proprietà del bifido attivo.

Il di lei virgineo istinto di compassione cerca uno sbocco nel torvo ambiente di lavoro che la opprime, ed il mazzarino che alberga in voi cercherà di stornarlo a proprio subdolo vantaggio.

La parola chiave è “mal di testa”. Provate a dire “mal di testa” al vostro direttore e avrete una forbice di risposte che vanno dalla risata di scherno al “ma che sei frocio” seguito dal lancio di palline di carta ed esposizione al pubblico ludibrio. Invocato di fronte alla vostra direttrice, invece, mal-di-testa è la formula magica che dischiude una dimensione parallela e segreta, una sorta di utero universale immerso in una nebbiolina rosa e regolato da fasi lunari e tinte di stagione.

Io dichiaro: mal di testa. “Ma certo Belguglielmo, prenditi una settimana di riposo, noi sappiamo quant’è sbagliato trascurare il mal-di-testa.”

Ottimo. Solo che mi gratta anche un po’ la gola. E ora che ci penso mi scoppiano le orecchie. Sarà perché ho dormito con la finestra socchiusa. O perché ho fatto colazione con merendine scadute. In fondo sabato ci ho dato dentro con le birre. Ricordarsi la prossima volta di chiedere più soldi prima di passare la lingua sulle predelle della metro (ma io sono un ragazzo semplice che gli piace lo scherzo alla portata di tutti). Ora farsi forza e andare dal medico.

- Morbo di Hatoyama.

- È grave dottore?

- No. Ma per un po’ le cresceranno addosso pustole ocra e cravatte di Roger Rabbit.

- Potrò fumare?

- Nelle pause tra i getti di schiuma.

- Com’è successo?

- Si contrae alla sorgente di un ruscello giapponese. O tramite rapporti non protetti con piante grasse tropicali.

- Vado spesso in Giappone per lavoro.

- La sorgente si è estinta col bombardamento di Hiroshima.

Ricordarsi di cambiare medico.