Chi?

Thursday, November 12, 2009

La miniera di Re Solomune




Al Roskam fumare non è una possibilità, è un dovere attivo e i vapori jazzati di cui t’avvolge sono il trampolino ideale per consumare notte portafoglio e polmoni come non ci fosse domani. L’indomani ovviamente c’è, ed ha il sapore di aspirina al catrame. Lasciato l’artista maledetto a spargere birra e tormenti sul bancone, e l’Italianelmondo a riversare amore dai canali genitali, porto GnummarHeidi al Circolo della Gatta Lesbica che anche i timpani vogliono il loro consumo.

Solomun è un cristone con accenno di morbida pancetta e commovente dedizione alla console. M’aspettavo deep techno a profusione, invece sulla pista piovono grassi beat di French touch con ondate di house da Ibiza, pure s’affaccia un remix furbetto dell’Impero del Sole. Il pubblico vien giù da una scrollata al Vice Magazine e qualche ritaglio di Cosmopolitan. Addosso alla gente che balla, frange paraboliche, sgommate di rasoio, camicie da strappo, canotte taglia feto, oppure proprio niente, che fa comunque la sua (porca) figura. La Gnumma impara che anche gli impasticcati fanno ciao ma senza il candore delle caprette svizzere. Il buon Solomun, arriviamo che già suona da due ore, ripartiamo che ancora traffica sui piatti. Quasi è un peccato ripartire con la prima metro, e infatti noi prendiamo la seconda, mica come qualche tempo fa alla Bodega con Dimitri from Paris che l’avrei rimesso io stesso sul treno per Paris con l’aiuto di tanti ma tanti calci dove gli fa più male (la cravatta, temo).

Insomma care amiche del punto croce convinte che i Justice siano l’avanguardia della musica da ballo perché c’è scritto su Marie-Claire, ecco qui per voi un assaggio di roba buona e nuova, (link alternativo), cosí anche voi potrete finalmente chiedere con nonchalance “scusa quale Donovan esattamente?”.




Dentro c’è Crudo e selvaggio, che se eravate in astinenza da Stereo Mc’s niente panico, qui è tutt’uguale, l’intro, il beat, pure la voce, poi c’è Kissy Sell Out che sorride su tutte le foto e suona e canta come la sorgente della gioia che secondo me i suoi amici quando c’è lui si divertono un fracco, e infine Mattia l’Acquaro in una saggia via di mezzo tra la sua vocazione miniminimal e le tentazioni etnocafone del Luciano.

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Tuesday, November 10, 2009

Blasphemous news



Allora Gianluigi, è emergenza crocifisso? Più che emergenza Cesara, non c’è più religione (immagini, Milla Jovovich sul rogo), vedete qui dietro staccano i crocifissi alla povera gente che colla crisi è tutto quel che hanno (immagini, Anna Magnani grida inseguendo una camionetta). Ma lei che è missionario ci dica, “il crocifissoh è messaggioh di ammòreh”, spiega padre Budiño con la bocca a cuore e un chierichetto sotto la tonaca. Allora Gianluigi, e il governo? Reazioni compatte Cesara, ieri Belusconi ha creato un milione di cattolici, mentre il Santo Padre ha promulgato le encicliche Piertotum Locomotor, Repello Babbanum e Wingardium Leviosa. Ma quale simbolo religioso!, inveisce La Russa sniffando un presepio, non vedete che è come la cravatta, l’ombrello, sentite il mio ha la suoneria della rana pazza (immagini, la nonna Ace in poltrona cambia canale con il crocifisso).
Tuttmpfh devonmphchomp rispettarmphrrch le nostrrmgh usanzmhuomph, biascica Magdi Allam con uno zampone in gola mentre la Santanché dà fuoco alle donne col velo. Ghe sun tropi négar, dichiara Calderoli, sun dapartüt e al moran mia, dice gettando bustine di veleno per strada. Ecco vedete, questo è un laico (immagini, la Bonino con gli occhi girati), ma niente paura il vaccino sarà disponibile a tutti appena finiamo con le punturine al coro dell’Antoniano. Grazie Gianluigi, che bel sollievo, ma non cambiate canale che tra poco Giorgio Mastrota farà apparire la madonna sulle padelle antiaderenti.

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Monday, November 02, 2009

Si faccia entrare la Zurconia



Cari amici meno fortunati che vi occupate di stenografare codici a barre, sappiate che Bruxelles vizia gli eurosfaccendati con un sacco di opportunità per restare aggiornati. Le tendenze autunno-inverno 2009 prevedono l’accordo sulla la riduzione dell’effetto bagnato ed il lancio del Trattato di Lisbona, aderente per lui scollato per lei, ma io ho optato per il convegno sull’avvenire della Zurconia, per via delle poltrone più comode e per non perdermi l’eccezionale esibizione di baffi.

Del dibattito ho recepito innanzitutto la folta rappresentanza di neostagiste italiane con il 110 e lode stampato in faccia, appena sotto la montatura di Prada. Giada Ambra e Mariaperla prendono appunti con la solerzia con cui fino all’anno scorso componevano cornicette col timbrino di Poochie. Grazie alle vacanze studio e al Sony Vaio formato Luis Vuitton, hanno salvato il pianeta con la tesi di laurea e ora sono pronte a farlo sapere ad un direttore generale tramite l'orifizio di sua preferenza.

Come in tutte le conferenze su un daqualchepàrtistan, c’è il quartodora obbligato in cui un sottocancelliere, un ciambellano o l’eunuco di corte ci spiegano oh quanto il patrimonio daqualchepartistano sia parte integrante del nostro patrimonio culturale, tipo che nel Medioevo Semideponente la Zurconia ha salvato la scienza occidentale tutta, compresa la scrittura la ruota e l’acqua calda e che durante il conflitto Prussio-galattico la Zurconia ha soccorso la nostra nazionale cantanti paracadutandoci le migliori odalische. E fin qui la platea accondiscende con benevolenza, in rispetto al biglietto Ryanair dell’oratore e perché in fondo uno yogurth zurcone lo si è assaggiato almeno una volta nella vita.
Poi però arriva la fatidica frase. “Blablabli blablabla perché la Zurconia è in una situazione geostrategic – AAARGH! – tra il canale delle Nespole e la via della Mirr – OOORGH! – proprio al centro del commercio di datteri tappacul - BASTA! Finiamola. Una volta per tutte. Il sussidiario mentiva. A parte mia nonna con le piaghe da decubito, TUTTO il resto è, in qualche modo o in qualche altro, in situazione 'geostrategica' rispetto al vento che tira.

Sull'insieme aleggia la questione latente del nazionalissimismo – zurcocentrismo – qualunquecosismo – antiqualcosaltrismo. Insomma si parte in dolcezza, e noi vi comprendiamo, e voi ci comprendete, ed è un bel dialogo e che bel confronto, ma quando le domande del pubblico iniziano a grandinare, al diplomatico si accelera rapidamente la salivazione, le tempie gli pulsano a quattro quarti e se all’inizio dell’intervento si era tutti fratelli d’Europa, alla fine l’Impero Sottomano aveva già occupato la Kamchatka passando per il mio tinello.

Io comunque dico, per una volta che da quella parte c’è un paese che ci crede veramente, quanti cavolo di Airbus gli dobbiamo ancora vendere prima di farli aderire sul serio?


Nella foto, i benefici dell’adesione della Zurconia

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