Chi?

Sunday, July 12, 2009

Inner sensation



Non è retorica, il compleanno logora davvero. Il mio corpo lo sa, prima ancora di aprire gli occhi e infilare le ciabatte e pensare cazzo oggi è il giorno, prima insomma di innescare l’autocoscienza, il malessere già pervade, approssimativo e bastardo. Che mica è colpa dell’ora, la radio si accende esattamente come gli ultimi mille giorni, e nemmeno del tempo, sulla modulazione di grigi a cui il Belgio mi ha abituato. La sensazione interna è quella di un trasloco organico, io dormivo e – taac – tutte le mie cellule hanno compiuto una rotazione; sta alla mia cognizione trovarvi la logica e al mio stomaco assorbirne la vertigine. Che si fa, ci si butta, non c’è scampo, corri questi giorni, organizza, consulta, saluta, brinda, gaffeggia, cosí dev’essere, punto di partenza il lancio d’e-mail e punto di arrivo l’aspirina della domenica. Il bilancio (gli adulti fanno i bilanci no?) comprende distribuzione di birre, regali apprezzatissimi e il sorriso degli amici che contano. Il Roskam fa fumo, e fa il suo dovere. La serata Bitchybutch ha il calore specifico di un altoforno, ma io avrei ballato anche su un barbecue acceso. Qui sotto, suoni da ballo, (link alternativo), il dj non era quello lí in foto ma il pubblico del locale insomma, sí.
Quellaragazza° mi dice ma spiegale un po’ ste canzonette, ed ora le spiego, ma solo in onore della sua trasferta per gli Underworld, perché la siciliana che mi ha affibbiato l’altra sera, vogliamo parlarne? Millecinquecento parole al minuto, tipo che cinque radio accese non sono piacevoli, e mi scarica in un aperitivo la dose di conversazione che concedo ad un individuo nell'arco di non meno di ventiquattro mesi. Dai, riportamela nella caverna.

♫ Dunque gli Housse de Racket, son francesi, lo senti il synth vintage strappato a Discovery? Forty Love è l’apertura per eccellenza, anche se poi corre che sembra il concentrato della colonna sonora di un telefilm d’azione dell’82.
Tetine e Télépathique son gli arieti del baile funk, sempre al limite del pessimo gusto. Il remix dei CSS (anche loro bravini eh, pero’ in concerto insomma) dicevo il remix tira su il pezzo e noi già si balla.
Minitel Rose son dei simpatici cazzari (celebrare il Minitel, hai presente) che inzuppano la house nel gusto cheesy che ai francesi vien cosí bene.
♫ Gli – aspetta che controllo – Oszibarack, tieniti forte, son polacchi, anche se il nome è “pesca” in ungherese. Quando leggerò correntemente il polacco ti dirò cosa rappresentano, per ora mi gusto il loro suono sbilenco (Moloko?). Ah, quando li ascolto vedo tutto arancione.
♫ Gli Spleen United son danesi, quindi rispetto d’ufficio, e Suburbia è, che dire, perfetta. L’attacco un po’ truzzo che ti dici i 2 Unlimited, poi invece il cantato scorre deciso e arriva l’uh-uh, io massimo rispetto per chi ancora mette gli uh-uh o i clap-clap negli anni 2000. Poi le canzoni sulla città son sempre una garanzia (“I built this city” dei Baxendale per esempio), anche se Suburbia dei Pet Shop Boys era una ciofeca ma loro con West End Girl gli si perdona tutto. Questa Suburbia invece, senti che finale ossessivo, peccato finisca cosí presto che io sto ancora ballando, ovunque mi trovi. E la devo riascoltare, riascoltare, riascoltare.
Kuemmer dich (no il nome del gruppo non lo riscrivo, tanto anche se lo googoli non vien fuori nulla) è uno spettacolo, non capisco proprio perché non la mettano in tutti gli stereo radio discoteche del pianeta, finirebbe di colpo la crisi, devo scrivere a Ban Ki Moon.
♫ Oh, il pezzo di Sebastian Komor c’ha una storia. Ero ad Atene, da solo, pallido come una naftalina e mi son detto veh che c’è ‘sta serata gothic andiamo un po’ a vedere i greci sotterranei che mi ci confondo. C’era un dj teutonico, le ballerine spiritate, insomma era una serata gothic, e poi parte questo pezzo, truzzissimo siamo d’accordo, e immediatamente tutti gli anfibi borchiati si riversano in pista che mi credevo a Pankow nell’85 e invece ero ad Exarchia nel 2008.
♫ I 9 minuti di Rafale, niente, sono il manuale di come riempire 9 minuti di perfezione house, che quasi te lo vedi che l’ha fatto solo per tirarsela. E fa bene.
♫ I Numéro# son canadesi e probabilmente giovani giovani, tutte le canzoni per autodistanziarsi dagli stereotipi della coolitudine ma sempre cercando di far ballare le tipe, insomma ogni volta che ascolto le parole mi fan sorridere e per questo gli voglio bene.
Carolina & Franco si son conosciuti in negozio che compravano lo stesso disco, "Don't break my heart" di Den Harrow, lui fa il dj incompreso nella sua camera da letto, lei poche amiche e troppe pasticche, si innamorano a bassa voce ma insomma la vita è fragile. Lo so che la biografia ufficiale dice tutt’altro ma io me li immagino cosí per i tre minuti di Always you.
Bomb the Bass, qui siamo ai fondamentali, loro c’erano prima (Beat dis) ma non è questo il punto. Il punto è che ero sull’ICE che tornava da Francoforte e il mio Ipod mi butta fuori questo pezzo, capisci, fuori ci sono le stazioni tedesche e i graffiti sui muri dei capannoni, e “my future don’t smell like magazines”. Mi sono dovuto comprare il vinile per possederlo ancora meglio.


2 comments:

andima said...

i bilanci ci vogliono sempre, ma prima del bilancio bisognerebbe sempre ritarare la propria bilancia oppure andarsene per un po' sulla luna, eh si', per evitare la forza di gravita' e che tutti i pesi perdano un po' di serieta', per sentirsi sicuramente piu' leggeri e se qualche parola manca all'appello... si sara' persa su qualche stella lungo il tragitto!

Belguglielmo said...

Eggià, io son trent'anni che taro la bilancia al ribasso. E non ho mica intenzione di smettere.