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Tuesday, July 28, 2009

The Britpop trilogy - part 3



Da Wikipedia, l’enciclopedia che ha riabilitato gli oroscopi:


Belguglielmo è un innesto di spirito anglofilo, passaporto italiano ed alcolismo belga.
“Sono frutto di una sbronza di Ben Sherman e Dusty Springfield,” racconta di sé, “mi hanno barattato per una forma di parmigiano e lasciato crescere in val Padana”. Ma sulla sua origine le teorie divergono. “Era molto piccolo,” racconta in lacrime la madre, “dimenticai la TV accesa durante un episodio di Fawlty Towers. Non è mai più tornato lo stesso”.
Belguglielmo si considera prigioniero politico (mai guardato Benigni, Verdone o Pieraccioni) e si distrae con ingenti dosi di Absolutely Fabulous, Black Books, The IT Crowd, Gimme! Gimme! Gimme! e Little England, questo nel tempo libero.
Nel tempo pieno invece, si danneggia i timpani con l’Ipod. Ascolta compulsivamente Joy Division, Smiths e Saint Etienne che spera vedere un giorno esibirsi vivi e tutti insieme ad un festival di beneficenza per i ragazzi meno fortunati, cioè quelli nati sul continente.
Belguglielmo ama i concerti pop per ballare tra la folla, bere nella folla e limonare con la folla. Ritiene che la musica a basso volume sia un torto alla musica e anche al volume.

Sono nato britpopparo 3 – listen here
(link alternativo)


I giorni che rimpiango: io e te, ci guardiamo nelle palle degli occhi, mi stringi la mano, corriamo a piedi nudi, ci abbracciamo e chissenefrega, così per sempre. Per tre minuti almeno.
Il Lampo Semina: e depone concentrati di melodia sbarazzina, tipo big-babol taglia spugna di mare. Gli inglesi apprezzano e gli commissionano un indimenticato inno per gli Europei.
Raffreddore da fieno: aaah il pop scozzese, un monumento gli si dovrebbe fare. Che poi non ho mai capito perché i Travis fecero il botto subito e invece i Sinatra da Pattumiera suonano ancora alle sagre delle vacche. Fatti del bene, comprati i loro dischi. Te li pago io.
Stephen Duffy, che tempismo, abbandona i Duran Duran appena prima comincino a vendere sette miliardi di dischi, per formare invece i Lilac Time che di dischi ne vendono sette (due sono in camera mia). Poi capisce come gira e si prostituisce per Robbie Williams. Proprio quando quello comincia a prender chili e parlare con gli alieni.
♫ Sì, i Dylans sono degli epigoni, e allora? Senza i “minori”, la scena non esiste. Loro si sobbarcano il compito di emulare i prescelti, loro si fanno dileggiare dalla critica, loro danno vita ad un genere. Sono i muli del britpop, onore ai Dylans. E poi cazzo, qui cantano “love” una dozzina di volte, se questo non è crederci...
♫ Son sempre stati un filo inquietanti gli Ordine Nuovo, originati da un suicidio ed in perenne morphing con i Commessi del Negozio di Animali Domestici (con cui peraltro si accoppiarono carnalmente in seno agli Electronic, Johnny Marr pure nella mischia). Regret è la cosa più nineties che si possa concepire.
♫ Dimentica i plagi di Lennon e T-Rex, dimentica la faccia da schiaffi e il monociglione, dimentica tutta la discografia, degli Oasis rimarrà solo quest’orgasmo neopsichedelico che neanche loro sanno come gli è venuto cosí bene.



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