Chi?

Thursday, July 02, 2009

Diversamente atletico


Tante cose ho cominciato in tarda età, e non è il caso di star qua a menzionarle tutte. Una di queste è la palestra. A trent’anni ho infine realizzato che fiocchi d’avena e fermenti lattici, quelli che fanno la pelle di seta e le chiappe di marmo ai modelli degli spot*, non funzionano se alternati a salume di cinghiale e birra trappista. L’ho testato per voi, con perseveranza. Ora che ci ho guadagnato la silouhette di uno zaino Invicta anziché il nobel per la medicina, è il momento fare conoscenza con una dimensione nuova: il sudore.

La prima palestra ha il sapore dell’indugio, un po’ come il primo ballo, quando temi che tutto il locale stia sorridendo dei tuoi ancheggi (solo l’esperienza ti confermerà che era vero). Per inciso, quando scendo in pista io, anche gli sgabelli del bar vanno in orgasmo. In sala attrezzi, mmmh, è un altro discorso. È che ci sono un paio di circostanze che mi inibiscono.

La prima si verifica quando il tapis roulant tocca inspiegabilmente i venti nodi marittimi. Nonappena alzo lo sguardo supplice che neanche Jim Caviezel, sono già sotto ipnosi della signora intronizzata sulla macchina per l’interno coscia. Dietro un fine strato di lycra, l’origine dell’universo si schiude e si richiude ad intervalli regolari come le capesante nel Mediterraneo. Impossibile schivare l’imbarazzo, la UrFrau ti possiede ineluttabile mentre sfoglia con quiete olimpica le cinquemila pagine del Codice Da Vinci.

La seconda inibizione è circoscritta alla sala macchinari da tortura. Avvicinarsi al reparto pesi con il programmino stampato dall’istruttore è come presentarsi al night col grembiulino delle elementari e chiedere a Jessica Rizzo il divanetto per finire i compiti. Tutti gli strumenti compresi i termosifoni sono infatti occupati dalle appendici spurie di Jean Claude Van Damme. Sempre. Anche da prima che ce li mettessero. Condividono un tacito patto di virile e mutua ammirazione nonché un unico intelletto, un po' come i cyborg di Ghost in the Shell. Quando un membro del gruppo si cimenta col sollevamento di un quintale di ghisa in più, gli altri maori si stringono a cerchio per approvarne l'impresa. Io mi domando e chiedo, ma perché invece non se ne vanno direttamente in spogliatoio a misurarsi il pisello? Che ci guadagnerebbero in tempo e soddisfazione. Che tanto di muscoli ne han già pure dietro le orecchie, e io devo ancora finire il mio diligente programmino coi manubri di gomma espansa.

*assieme alle schiume da barba ed ai profumi che costano da soli come tutto un corridoio del Lidl

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