Chi?

Saturday, July 03, 2010

Casual Friday

Con Goffredo la tappa obbligata è il Belgica con la lobby dell’infradito. Belguglielmo ti presento Giantumino Gianrobiola Giangagauzo e già accoppo la remota possibilità di una conversazione con inequivocabili sbadigli strappamascella. Sia ben chiaro: ho trentafuffola anni ed apprendere a corpo scevro d’alcool le mansioni di un tatuaggio tribale al sottosegretariato per le babbucce piuttosto che la destinazione delle sue vacanze pornoetniche non farà di me un intelletto migliore, tantomeno se la sua gittata d’attenzione segue il movimento di indistinte canotte alle mie spalle. Il mio contributo al tasso di impiego già sottrae troppo tempo alle amicizie consolidate perché io consumi lo stato di veglia con portatori smanicati di bevande fosforescenti. Io le ho consociute le vette del sorseggio, e nessuna prevede contaminazioni mentolate. Piuttosto Black Russian, per partenze solide. Orange Blossom con Brandy, per esiti viscosi. Poi sono caduto in una cisterna di birra ad agevolazione linguistica. Ook een pintje alstublief. Allora questo è Giangorgoglio che lavora per il borgomastro di Brainlenœud – no grazie io troppo sobrio io bisogno di ballare io voglio la pillola rossa e la pillola blu.




♫ Mi è sempre stata sulle balle la Chloé, con il suo ditino alzato a ritmare impassibile gli elogi dei puristi, ma quant’è precisa ma quantè pulita. Distant, paradossalmente, accorcia le distanze con la pista da ballo per muscoli e cervelli.
♫ Beat spaccatimpani su precetti declamati. “Non andrai nel bosco col migliore amico del tuo ragazzo per farti di droghe e piantargli le corna”. Dan le Sac la nostra guida.
♫ Strafatti di poppers e glitter, Curry & Coco irrompono in pista strappando tutte le camicie. Finiranno agonizzanti nel retro di una dark room.
♫ Apoteosi discoglamour, il mezzo plagio a Rubberband girl è presto perdonato e mi ritrovo a sbraitare Grandi occhiali, grandissimi!
Kele potrebbe recitare il bollettino dei naviganti che la nostra adorazione incondizionata non verrebbe meno. Ora ha barattato la Festa di quartiere per i guantoni da boxe. Adorazione incondizionata reloaded.



♫ Tradizionalmente l’erotismo è competenza della black music possente, compresa nella forbice soul / funk. Ali Love compie il miracolo innestando colonie di ormoni sulla membrana dell’italo disco.
Alizée si sbarazza di Mylène Farmer per affidare ai Chateau Marmont la metamorfosi da lolita a femmina cantante. Si tradisce al primo “uh”. Alizée, noi ansimiamo con te.
♫ Tutto mi aspettavo tranne che i divini Saint Etienne ritrovassero nuova gloria via blogosfera minorenne. Potere dei riflussi eighties.
♫ Esauritosi lo tsunami italo del 2009, il saccheggio del decennio glorioso assume le slavate sembianze dei fondi di magazzino. Trafficando sull’intro di Big in Japan, il ponte onirico di I’m Not In Love ed altri scarti micronostalgici, i Washed Out e i loro intercambiabili compari brevettano i parametri della chillwave per diffondere banchi d’afa nei nostri stereo.
♫ Notti d’estate, sigarette in segreto sul terrazzo, scrutare ipotesi di costellazioni coll’animo sintonizzato sul primo amore, fondale di grilli in consonanza. I sedici anni, ecco cosa ho perso.

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