Chi?

Saturday, January 23, 2010

I'm so hard, I'm so boiled



Quel giorno, risvegliandomi, il mio infallibile istinto mi disse che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Chi mi aveva steso nella vasca da bagno ? Chi l’aveva riempita di Jack Daniels ? Chi mi aveva verniciato i genitali ? Perlustravo mentalmente ciò che la memoria recente aveva registrato, eppure non ricordavo altro se non l’ennesima telefonata con minaccia di sfratto. E due o tre colpi a salve per allontanare i marmocchi chiassosi dal campo giochi qui sotto. E una dozzina di signorine conosciute al porto che ho gentilmente ospitato per cena. Nessuna tecnicamente signorina. Non c’era tempo da perdere. Uscíi dalla vasca, recuperai i vestiti dalle pale del ventilatore e diedi appuntamento ad Agnese.

...

Il cameriere si avvicinò con fare sospetto, i suoi occhi guizzavano scrutando forse la penombra, forse la scollatura di Agnese.
- Che vi servo?
- Il solito. Con meno ghiaccio e più candeggina.
- Per la signorina?
- Un bicchier d’acqua. Con un vassoietto. E una banconota da mille lire ben arrotolata.

Agnese si sbottonò ulteriormente, estrasse una pipetta e aspirò due boccate di crack.
- Belguglielmo, che succede? Perché mi hai portato qui nel cuore della notte? Perché i camerieri sono tutti nudi?
- Agnese devi aiutarmi. Mi vogliono far fuori. Tu sai chi.
- La tua è un’ossessione. Devi smettere di dare la caccia ai Guetta.
- Agnese, non capisci? Prima i Black Eyed Peas, poi la Kelly Rowland, tra poco Madonna. Si stanno impadronendo del mondo. Prenderanno anche te prima o poi.
- Belgu, ammettilo, I’ve got a feeling è irresistibile.
- Ma! Ma! Agnese! Parliamo di quella baguette bollita che ha sputtanato Ibiza! E quattro carciofoni che reppano sui remix della Bamba!
- E’ come il calimocho. Vino pessimo, cola sgasata, ma la mistura ha il suo perché.
- Agnese devi aiutarmi. Tu hai connessioni. Tu e Cathy avete lo stesso gommista, si vede dalle labbra.
- Scordatelo, è un suicidio. Cristo che caldo qua dentro. Mi si sciolgono le mutandine di zucchero.
- Agnese, tu mi lusinghi.
- Non crederti in gioco. Sto aspettando Luigi l’idraulico. Lo scolo del mio lavandino è intasato di quaglie.
- Ma è la quarta volta questa settimana, perché non fai rifare gli impianti? O non cucini capponi?
- Tu non capisci. Le ho spinte giù io apposta. Come stura lui non stura nessuno.
- Dovresti smettere di sniffare smalto da unghie.
- Tu dovresti smettere di verniciarti i genitali.
- E tu come lo sai?
- Ti ho visto su youtube. E c’è un fan club su facebook. C’è pure un articolo di Elmar Burchia.
- Agnese, lo vedi che ho bisogno di aiuto.
- Ad una condizione. Mi sposi. E passi il tuo cognome ai miei figli.
- Ma ne hai fatti dodici! E assomigliano tutti al biondino degli Abba!
- Non me ne parlare, quel bastardo. Non li vuole riconoscere finché non avranno i baffi.

Il clima nel locale si era fatto torrido, e Agnese non smetteva di infilarsi i ghiaccioli nella scollatura. La musica rimbombava dalle casse, percuoteva i miei timpani e mi intorpidiva i neuroni. Qualcuno mi aveva messo del sonnifero nel cocktail. Mentre lottavo strenuamente contro il sonno che mi assaliva, riconobbi il famigerato attacco. I’ve got a feeling – whooo whoo. Maledetti. Agnese era già sul tavolo e si contorceva voluttuosamente. I’ve got a feeling – whoo whoo. Fu quando sentíi il reggiseno di Agnese piovermi sulla faccia che persi definitivamente i sensi.







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2 comments:

Anonymous said...

leggiamo, parliamo, NON radiamo

Belguglielmo said...

Ma - ma - allora il mondo fuori di me esiste!