Oh ma Belguglielmo dove sei, dai raccontaci, stiamo in pena. Calma gente, sono stato in così tanti posti a voi ignoti che se li elenco tutti assieme passate il giorno su wikipedia e andate a letto colla labirintite. Innanzitutto la città eterna (quattro lettere) (no non è Oslo), con la quale intrattengo un inveterato legame di amoreodio. Esiste altro luogo al mondo in cui tanto è il fascino quanto il disagio? (non rispondere) (è una domanda retorica). Tu dici, metti caso, voglio andare a vedermi le case liberty al quartiere Coppedé, e lo voglio fare in pullman. Ciccino caro. Pucci pucci. Prima di tutto cercati un tabaccaio aperto che sul pullman non ti fanno il biglietto. Poi collegati ad internet che alle fermate non c’è la mappa. Poi segnati la fermata che sul cartello non ce le scrivono tutte. Poi chiedi al conducente, perché sul pullman non annunciano le destinazioni. Poi portati l’ipod perché da nessuna parte son scritti gli orari. Esatto, la prossima volta in taxi. Però prima segnati i numeri di telefono, che mica passano liberi quanti ne vuoi. Poi segnatene tanti, che mica ti risponde il primo che fa comodo a te. Poi ricarica bene il telefono, casomai ti tengano in attesa con le Quattro Stagioni e i trentasette concerti per fagotto.
Ora bambini aprite il quaderno che vi detto la preghierina del giorno: “Chi ha progettato la metro di Roma sia legato al palo di un vagone nelle ore di punta e nutrito solo leccando il grasso sui finestrini”. Punto a capo, maiuscola: Nella metro del centro, turisti, pellegrini e giapponesi vengono convogliati da ogni ingresso ad un’unica discesa di scale mobili, con tempi e calche che non augureresti a nessuno. Beh sì dai, ai pellegrini. Poi si giunge in un tunnel buio e umido in cui l’arrivo del treno è preceduto dal vento. Questa cosa del vento mi ha incusso un certo turbamento. E anche la cosa della gente ovunque per la città, ma ovunque, che uscendo dalla doccia avevo fin paura di trovarmi altri giapponesi, ora che son pure radioattivi. Un giorno vi faccio l’elenco di tutte le categorie che vengono prima nella lista ‘gente che voglio incontrare fuori dalla doccia’. (E’ molto lunga) (Però la posso organizzare per continenti) (o per villosità).
E proprio quando pensi che la misura sia colma, ecco la ierofania crepuscolare: Trinità dei Monti, sei del mattino, non un’anima a fiaccare la scalinata che ti rapisce con il calibro sublime. O il sorriso limpido dei camerieri sotto casa, ehi come butta, hai già mangiato, dai fermati qua. Certo che mi fermo, chi sono per dire di no.
2 comments:
Pensa che ci vivo da trent'anni nella città eterna è ancora mi fa incazzare e sognare. Certo se avvisavi ti ci portavo io a Coppedè.
estia
Un po' come gli amici invadenti, credo. Next time you'll be the guide!
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