Chi?

Wednesday, January 12, 2011

Di tutti gli organi il midollo

Ero in procinto di spiegare l’importanza delle legatorie toledane per la trasmissione del rito mozarabico quando mi è montata l’emicrania e mi son ricordato che c’è più soddisfazione a rinfacciarvi la vostra ignoranza in fatto di musica. Per esempio lo conoscete Sonny Vincent? Figuratevi che sabato sera c’era gente che è uscita di casa apposta per sentirlo. È pur vero che c’è anche gente che esce di casa con un’armatura medievale di trenta chili per giocare ai tarocchi, ma di mio cugino parlerò in altre occasioni. Sonny di lavoro fa il punk, con tutti i crismi del caso, band di culto, concerti al CBGB, manicomio, e l’altra sera ha suonato all’Os à Moelle, il più vecchio cabaret brussellese nonché la prima, migliore scoperta del mio 2011. Un antro rock sotto casa e nessuno me l’aveva detto. Bisogna dire che è ben nascosto, imbocchi una strettoia tra muri di cinta, poi nel cortile prendi a destra, scendi in cantina, giri a sinistra, poi a destra e quando non vedi più nulla a parte una coltre di fumo vai al bancone e prendimi una Westmalle. Aspetta lì che vado pisciare.

Nel più vecchio cabaret brussellese il bancone in legno ha i fori per posarci i bicchieri, ci stanno i manifesti retrò e ci sta il popolo rocchenrolle, la banana rockabilly e la cresta punkettona, il giubbotto dei Rancid e la maglietta degli Specials. Le femmine dei rockers sono la prova che il tango centra qualcosa col diventare una bella donna. Alla seconda Westmalle sullo schermo son già passati Stranglers e Fad Gadget, e stasera, stasera siamo a Soho nel ’79. Sul palco monta il primo support act e sotto il palco parte il pogo. No life, no future, stasera Bruxelles mi farai sognare e sputare sangue.




Fatti una cultura.






Friday, January 07, 2011

Al cinema col Belguglielmo: Somewhere

Per non annoiare i miei lettori, che son gli stessi mi accompagnano alle feste, annoierò invece quelli che mi accompagnano al cinema. Ieri, per esempio, mi trovo con Goffredo per un panino e poi ci rendiamo conto che non siamo ancora stati al multisala. Ti va una Sofia Coppola? Trama: Goffredo sceglie una ciabatta alle carote, io il panino col gouda giovane. [Attenzione: spoiler] Subito mi s'incastra la rucola tra i denti. Così parte la proiezione e per un paio d’ore nulla mi distrae dal lavorio di lingua, nemmeno i sottotitoli in fiammingo. Giudizio complessivo: ai titoli di coda mi sono liberato dell'inserto di rucola, e devo ammettere che non mi capita con tutti i film.



Nella foto in alto, la reazione del pubblico in sala


pic from: http://www.staffsmoorlands.gov.uk/general_images/knitting%20w%20Chairman.jpg

Thursday, January 06, 2011

Elogio dei Belgi

Preambolo

In tempi immemorabili, il nome del Belgio era laboriosamente inciso su lastre di grovacca e declamato dal bardo nelle notti di gibbosa crescente con Urano in eclisse e Saturno un po’ barzotto. La pronuncia era ЭћxhøýþðğķşęŋđŧŧßæſƏǖfỗ ma variava a seconda del sidro. Comunque si accentava bene la ỗ. Poi giunsero i Romani e decisero “mo’ stamo in Belgio”. I Belgi ringraziarono con la loro specialità, birra e patatine fritte. Così fecero anche i Romani, e saccheggiarono il paese.


I belgi sono amichevoli

Il concerto dei Syd Matters è sold-out da giorni; io e Goffredo impersoniamo la speranza e la diligenza davanti all’ingresso dell’Atelier 210. Siamo immediatamente premiati da due biondòfone che propongono di venderci un biglietto; pazienza, uno di noi due dovrà sacrificarsi [non certo io]. Ma tempo due minuti ed ecco un biondòfono: ehi voi, ho saputo da due tipe per strada che cercate il secondo biglietto, prezzo di acquisto, ovviamente. Stupore più overdose di riconoscenza, e concerto peraltro splendidevole.


I belgi sono immuni al glamour

Il Metro Valdi è una bettola in centro dove i masculi dei popoli con cicatrici son soliti rimorchiare femmine dei popoli alti come uno sgabello. Tuttavia una volta al mese ospita una serata che, in occasione dell’uscita del film di Ozon, si è ribattezzata Dansez-Vous Potiche. La serata consiste nel farsi comprimere le costole dalla calca sudata al suono di Françoise Hardy e Sylvie Vartan per andare a spiaggiarsi sul bancone del bar. Errore allontanarsene, due passi oltre la birra finirà ovunque tranne che in gola. Questo solo per chi supera la prova della Sacra Moira, una guardarobiera che appallottola e ammonticchia giacche per lo stambugio lasciandoti un bigliettino con delle coordinate celesti in polacco. Solo giorni dopo scopro che il quarantenne intimidito e pigiato in un angolino della festa era il regista in persona. Ma in quel momento i balli inanellavano France Gall e Brigitte Bardot e nessuno se l’è filato di striscio. Quanto li amo io i Belgi.


I belgi stanno sul pezzo

I belgi sono emancipati

Nicolas Jaar ha appena fatto ventanni e prodotto una manciata di pezzi house che già esala un’aura di indie credibility, attira nugoli di elettrokids e manda in evaporazione le ovaie minorenni. Il CatClub gli cede il pulpito e la voluttà si impossessa del pubblico danzante, mentre la birra effettua un golpe sul Belguglielmo che finirà discinto a far su-e-giù sul montacarichi delle immondizie per lo spasso suo e di chi d’ogni tanto infilava la testa. Per fortuna avevo fatto la lampada integrale.


Nella foto in alto, la preparazionre del paté in Vallonia


pic from http://mythical-women.blogspot.com/2009/07/leda-and-swan.html

Tuesday, January 04, 2011

Post sotto l'albero


Ecco! Natale! Nasce il bambin Gesù, la gente è felice, arrivano i brutti film, per strada ci sono pezzenti e luminarie per commuovere la gente mentre le musiche fan glin-glon e i panettoni piovon dal cielo dentro alle finestre dei bambini con le lentiggini.
È anche il periodo dell’anno in cui le statue gotiche prendono vita, si spolverano un po’ e poi si mettono a tavola. Buon appetito Belguglielmo, attingi pure al calderone. Buon appetito o madre. Buon appetito o padre. Buoni questi ravioli di bufalo, mica come quelli dei cinesi, vero zia Gudula. Non me ne parlare, ormai ce n’è pieno dappertutto di quei cinesi, ne ho visti a Passavia e pure a Bamberga. Arrivano con otri di perperi e comprano tutti i fondaci. Vero, a Mozambano non c’è più una locanda dove si cucini decentemente il muflone. Giusto ieri sono andata alla sagra di santa Rodolfa che ero a corto di gabardina e – sorpresa delle sorprese – c’era pieno di forestieri che vendono carabattole. Poi son tutti uguali, chissà come fanno a riconoscersi – un po’ di mostarda sul rognone di cinghiale zio Fritigerno? Massí, al diavolo la gotta noi che possiamo approfittarne, mica come quegli infedeli che non fan che figliare. Non me ne parlare, han già invaso le vie della Gheldria, tra poco li troveremo a prostrarsi pure nel circondario di Sommerda. Ah ma io non mi lascio sopraffare, sapete, nello stagno ci abbiamo messo Putrezio, il nostro ircocervo da guardia. Saprebbe riconoscere un saraceno a biolche di distanza. Allora zia Rotrude, ancora un po’ stufato di lontra ai finocchi? Che al giorno d’oggi non si può più parlar male neanche dei finocchi. Ma ora scartiamo le strenne che Belguglielmo poi riparte nel Brabante. Dunque figliolo, vediamo se indovini che ti abbiamo comprato.
- Un ipad?
- Fuochino. Una bibbia di pietra.

Nel video qui sopra, un collage con le foto di famiglia più riuscite.

Monday, January 03, 2011

Le regole dell’afflizione

* Buon anno figliolo

- Buon anno padre.

* Parla più forte, non sento.

- Padre, perché non abbassa il volume dell'organo.

* Che devi confessare di nuovo?

- Il duemilaedieci in blocco. Facciamo un forfait e a posto cosí?

* Scordatelo. Ti ho già ricevuto ieri, per di più in orario di chiusura. Ho perso lo speciale Suor Sorriso.

- Quelli erano i peccati dei giorni feriali. Ora vengo per i fine settimana.

* Iddio ci protegga. Figliolo oggi risparmiamoci i dettagli, che ieri la statua della Vergine lacrimava Leffe. Mi si è ubriacata la perpetua.

- Sarò conciso padre. Allora, c’è quella volta al bar del centro che non chiude mai [...] poi quando siamo andati in quel locale che bisogna suonare il campanello per entrare [...] e poi un po’ più tardi al circolo elettrolesbico [...]

* Dici davvero figliolo? Ricorda che sei sotto giuramento.

- Quello è nei film americani padre.

* Non mi contraddire figliolo. E riprendi in fa diesis.

- Padre, quello è X Factor. Cos'è la nebbia che esce da qua sotto?

* Vapore di talco. Fa l'ambiente pù mistico, non trovi?

- Dicevo, io ballavo tranquillo quando [...]

* Plagio. Questo è Bret Easton Ellis.

- Non sapevo. A me è successo uguale.

* Non mi dire, l’hai scritto sul blog?

- Volevo. Ma mi è arrivata una diffida della Polizia Postale.

* Passiamo ai peccati meno gravi.

- Padre, eran questi. Ora andiamo al sodo.

* Figliolo, intanto spegni la sigaretta. E tira giù quel colletto.

- Mi scusi. E’ l’abitudine. Allora, le ho già confessato del bar di scambisti cocainomani?

* Per oggi basta. C’è un plafond dell’assolubile.

- Quante avemarie?

* Quattordici bibbie in sanscrito.

- Mi pare un po’ severo padre.

* A voce alta.

- Me la fa un’assoluzione-casco? Cosí son coperto per l’anno che viene.

* Posa quella birra. Per ora, una scomunica fino ai figli dei figli dei figli dei figli dei cugini di sesto grado, comprese le prozie ugonotte.

- Ma padre, le ho pure masterizzato una compilation!

* Ci hai messo Lady Gaga?


Nella foto, Belguglielmo non ha digerito i tortelli della vigilia ma si vede che è andato in palestra


pic from: http://whoyoucallingaskeptic.wordpress.com/2010/01/05/giants-in-the-earth-there-were/