Chi?

Wednesday, December 15, 2010

Teleblogging #2

Pronto zia Amaltrude? Belguglielmo, ricordi? No, quello è mio cugino. No, quello è il figlio della Faustina. Ricordi la Faustina, la moglie di. No che non l’ho conosciuto lo zio Lotario, è morto in un incidente con la diligenza. No, non mi sono ancora sposato. [Meriem chiede una sigaretta. Poi chiede un accendino. Poi chiede da dove vengo. Ho un emisfero impegnato a trattenere la tracimazione di birre, l’altro è rapito dai beat obliqui del dj set eleusino. La serata High Needs Low #7 schiera una line-up tutta femmina, coi rischi che ciò comporta, ma la stazione ferroviaria prestata a feste garantisce un carico di gaudio. Meriem, cosa ti fa credere che questa conversazione porti a qualcosa? Scusa che hai detto del mio pelo?]

Dunque zia, dicevi il colesterolo. [Playmobil organizza una raclettata di Natale. Per fare una raclettata di Natale ci vogliono: salsiccia, costolette, vino rosso, dolci. Non serve invece la raclette. Mentre il buon Panda-man manegga la reflex per fotografare spigoli, suole e avanzi della cena, la mia squadra sconfigge a Pictionnary il team di Quellaragazza*, che non se ne accorge perché sta ancora ridendo. Son così le raclettate.]


No zia, non si sta male all’estero. [Estero è una parola grossa. Alle Antitapas Nights, per esempio, si radunano tutte le varianti dialettali della comunità italospagnola per danzare le fanfare balcaniche o qualsiasi altra musica basta che venga da un paese senz’acqua potabile. Grazie all’Italia-nel-Mondo si entra gratis, si beve gratis e si può pure pisciare sui muri. Il pubblico ha candelabri in testa e cavigliere del Katakali ma niente pastore tedesco, il cane ce l’hanno dentro.]


Sì zia, almeno ho un lavoro [toh guarda chi si incrocia nella notte brussellese. L’ex collega Attizzorio si è fatto di pastiglie anticalcare e prova a comunicare per gorgoglìi calanti. A me non è andata meglio a Los Niños, mi dico che strano, tutto sfoca, tutto gira, le luci scendono e la security mi insegue. Guardi buonuomo, innanzitutto sono sobrio come *hic* come un *hic* un *hic* insomma sobrio ecco ed escludo nel più *hic* dei modi di aver rovesciato i fari del locale poi non vede che non ci sono fari non c’è nemmeno *hic* luce e asebesebsesebszzzzzz]


Sì zia, ho ancora i tic in faccia, li uso per spaventare i bambini in metropolitana. [Suoni epilettici alla serata di lancio della label Vlek. Avevo grandi aspettative sul dj set di Aardvarck, che invece fa schizzare ogni pezzo dopo 30 secondi, io dico cambia pusher o cambia mestiere. Da come ciondolano zaini e cuffie di lana, si capisce che la gente invece è soddisfatta, nonostante il soundsystem impotente e le sonorità che la Warp aveva già liquidato nel novantuno, tanto son nati fiamminghi e se ne tornano a casa con la fixed-gear d’avorio.]


Sì zia, parlo le lingue, ma il tedesco insomma [Fingerspitzengefuhl, l’impronuciabile serata, ospitava In Flagranti e Bottin. Il primo l’ho perso, del secondo ho tollerato appena la truzzaggine del dj set, che va bene passare gli Sparks e i Duran Duran, ma proiettare sul maxischermo il Festivalbar dell’86, io ancora non sono pronto, e sì che Bottin è del settantasette quasi come me. Per di più mi inibiva la ristrutturazione del Claridge, che se prima pareva un doposci per gite scolastiche ora è tutto lounge-room con la cera alle pareti.]


Certo zia, è dura con la crisi. Il prezzo dei limoni continua a salire.


Nella foto, zia Amaltrude in villeggiatura a Pozza di Fassa.


pic from http://www.spiderkerala.net/attachments/Resources/2838-7130-220px-Balitheyyampayyanurjfocus.jpg

Monday, December 13, 2010

Teleblogging

Pronto mamma? Sì tutto bene [dove sono? che ora è? perché ho tutti quei timbrini sul polso?] No, è solo un po’ di raffreddore [due dozzine di birre e mezza stecca fumata in due notti] Certo che mi copro [ballo rigorosamente sbottonato, per farmi accarezzare più facilmente il pelo sul petto dalla gente che passa] Vero, un maglioncino per Natale è proprio una bella idea [la maglietta col satanasso in erezione, presa con l’Italia-nel-Mondo allo stand anarcorivoluzionario della fiera di Francoforte. Inaugurata alla festa Anges et Démons, mentre Amico Deutsch-französische Motor rallegrava al trotto Patricia&Patricia con parrucca fucsia. Se vi pare osé sappiate che suo cugino si era messo l’eyeliner].

Ma dai, anch’io sono stato ad un concerto [serata Europavox al Botanique, che amico It'n'M aveva i tichez gratis. C’era pure Mastro Prugna, tornato da Torino col progetto di esportare i concerti suonati per traverso e lanciare le Caterinacaselli-nights. Gli auguriamo tanto successo, intanto ci godiamo Le Corps Mince de Françoise, sorelle svedesi cicce cicce seguite dai Vermin Twins, due fiamminghi incappucciati che suonano come Kap Bambino e Cristal Castle nella sala delle torture. Lui manipola vocoder e suoni sporchi mentre lei abbaia al microfono, si attorciglia metri di cavo, si accoppia agli strumenti e infine collassa al pavimento. Lascerà il palco trascinata per i piedi. Il padre è in terapia.]


Hai ragione mamma, farò gli auguri a zia Amaltrude [una festa non è una festa se non intervengono le forze dell’ordine, solo che al compleanno del Ryan-Reynolds-da-viaggio la polìss belga ha spento la musica a mezzanotte e zero due anziché mettersi a distribuire gli ombrellini di carta nei cocktails, a volte mi chiedo perché pago le tasse. Nel frattempo, con la luna piena, amica Playmobil prende a rimbalzare come Chobin molestando gli invitati. Si congeda perdendo i sensi sul canapé. Divapuglia mi trascina in uno studentato in festa dove il fratello Divopuglio mixa per gli erasmus la Samba de Janeiro mentre lei lo venera con tale estasi che la Madonna di Lourdes mi ha essemmessato per dirgli di smettere, a tutti e due. Tutt’intorno ci stanno gli erasmus, alcuni già vomitati, molti vomitanti, altri ancora vomituri.]


Sí mamma, ho molto lavoro e tante missioni [al Kiko, gente, che posto, il Kiko! Se il Catclub è Berlino, il Kiko è Pankow prima dell’89. Bassifondi del centro, trovi il portone, sorpassi il cumulo di rottami in cortile, poi scendi nel ventre della città insonne. Tutto è illegale, lo spazio, il suono, la gente, il caminetto acceso davanti al divano, che comunque vien comodo per limonare al caldo. Si dice.]

Mamma? Ti richiamo, ora devo buttare la pasta [aspirine, dove ho messo le aspirine?]


Nella foto, Belguglielmo dissipa ogni dubbio

Wednesday, December 01, 2010

Meglio corto che interrotto

Mamma voglio fare il regista! Certo caro, intanto finisci di mungere. Per fortuna hanno inventato i corti, cioè un bravuomo, che non ha i soldi non ha il tempo non ha gli attori, filma per cinque-sei minuti e se alla fine dice “questo è un corto” diventa un regista-di-corti, senno’ rimane un bravuomo che filma le capriole del cane, o uno sporcaccione se filma quelle della moglie. Anche se pure lì c’è tutto un mercato che gira. (non ne so nulla) (l’ho letto sul Financial Times).

Le varesotte dei Cortisonici si premurano di fornirci una selezione di corti alla Piolalibri, e a dispetto degli scampoli di poesia disseminati tra un esercizio e l’altro, il mio premio della critica va senza indugio a codesto capolavoro:





La cena cum varesotte include supporter nonvaresotta con cappello di panno e sicumera girotondina che, tra il dolce e il caffé, porge un foglio ai vicini di tavola. Metteteci la vostra e-mail che vi faccio sapere quando organizziamo la visione casalinga di Vieni via con me. Le dico grazie, capisco che genuflettersi intorno ad un programma satirico col gruppo di ascolto democratico faccia molto azione civile, ma io preferisco andarmi ad ubriacare al Recyclart. Blasfemo! Provocatore da due soldi! Qualunquista! Cattiva maestra televisione! La persuasione occulta! La società dello spettacolo! Il tramonto dell’occidente! Il quarto potere! No logo! Bella ciao! (pausa per respirare) Eccetera!

Comunque al momento del conto mancavan dei soldi.