Chi?

Thursday, October 07, 2010

Last night a STIB bus saved my life


Lo sciroppo alla codeina val bene un malanno, pure le pasticche di pseudoefredrina, per non parlare della puntura-bomba al cortisone. Diresti il menù di un raver bresciano, è invece pragmatismo dei medici belgi, io figurati, nessuna obiezione. A parte la predica della farmacista a cui mostrai una prescrizione per pseudomorfina (nel caso, rifiutatela. Non vale una paternale in farmacia). Ora ho di nuovo due noci di cocco in gola e non so se gioire dei lenitivi che mi concede la ricerca o imprecare contro il mio corpo che manca al suo dovere di sostegno per le perdizioni.


Sí, ho di nuovo visto la luce. No, non in forma di spirito santo, che non lo distinguo mai bene dai piccioni e dalle tortore. Sí, ho visto di nuovo la luce del mattino nordico, per troppi sabati di seguito. E sí, c'è compulsione. Un tempo la porta di casa si apriva su un deposito di felicità, ora al suo posto c’è una cornice vuota, cioè non vuota, c’è ancora la mia foto dentro, ma non c’è più la felicità assieme, quella con la kappa. E ad ogni modo perché dovrei concludere in casa la mia settimana segnata da: seminario sugli indicatori per misurare la Sfiga in Africa + riunione con un consulente senza sopracciglia che beve l’acqua calda + colloqui con gente che i colloqui li ha imparati nelle fiction. Uscire, ovunque.


Dove, ripeti? L’inaugurazione di un concept store di una marca di unqualchecosa, farfuglia colpevole l’Italia-nel-Mondo mentre davanti allo specchio io mi sto ancora pettinando i riccioli sul petto. Sveliamo l’origine del suddetto unqualchecosa. Leva il cavalletto. Leva il cestello. Leva dinamo, luci, campanello. Leva anche il cambio. – Ma? Il cambio? – Leva tutto ho detto, e vernicia di rosso pomodoro, indaco cromato o giallo zabaione. Il risultato è (a) una poltrona per Karl Lagerfeld, (b) una bici fixed-gear per tutti gli altri. Tutti gli altri si intende i giovani maschi metropolitani nella muta tra lo skateboard e l’età da lavoro, privi della turpitudine di euro necessari all’acquisto del suddetto unqualchecosa e la cui euforia ritarderà la meritata morte del concept store che osa venderlo.


Seguirà la serata al Bazaar, dove Divapuglia fa amicizia con il bucaniere, l’orso glitter in fuseaux e gli altri portenti delle notti brussellensi. All’Atelier 210 invece, si danza in mezzo agli attori della pièce di Pasolini, pièce che fa vomitare Black Mondella tutta notte. Più su, alla Gare du Congrès, è in scena la serata High needs Low, dj tedeschi, luci violente, birre troppo calde. Belguglielmo si introduce nei flussi, dichiara amore eterno a Lady Jane, finisce le sigarette, vaga. Poi il collasso, il black-out, i buttafuori. Non è grave, non è grave. Ci sono i trasporti pubblici per quando ne ho bisogno. Non ci sono più i ventanni proprio quando ne ho più bisogno.


nella foto in alto: non serve a nulla ma lo devi avere


pic from: http://www.eightyseven.nl/work/fixed%20gear.jpg